Il vertice trilaterale svoltosi oggi a Istanbul tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il premier italiano Giorgia Meloni e il primo ministro libico Abdulhamid Dbeibah ha segnato un ulteriore passo avanti nella cooperazione strategica tra Italia, Turchia e Libia, con implicazioni che potrebbero ridisegnare gli equilibri nell’intera regione mediterranea.
I PUNTI CHIAVE DEL VERTICE
- Accordo su cooperazione migratoria con pattugliamenti congiunti
- Piano energetico per diversificare le rotte del gas
- Intesa Leonardo-Baykar per droni militari
- Scambi commerciali Italia-Turchia a +15% nel 2024
- Impegno per elezioni libiche nel 2025
L’incontro, ospitato nel sontuoso Palazzo di Dolmabahçe, residenza degli ultimi sultani ottomani e simbolo della grandeur turca, ha affrontato temi cruciali quali la gestione dei flussi migratori, la sicurezza energetica e la stabilità politica in Nord Africa. La presenza congiunta dei tre leader sottolinea l’importanza di un approccio coordinato per affrontare sfide comuni, in un’area geopolitica sempre più contesa tra potenze globali e regionali.
Energia, migrazioni e sicurezza: le priorità del trilaterale
Al centro dei colloqui, protrattisi per oltre tre ore, vi è stata la necessità di armonizzare le politiche migratorie, con particolare attenzione al ruolo della Libia, principale punto di transito verso l’Europa. Secondo dati ufficiali del Ministero dell’Interno italiano, nel 2024 oltre 21.387 migranti hanno raggiunto le coste italiane partendo dal Paese nordafricano, con un incremento dell’83% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Fonti diplomatiche hanno rivelato che è stato approvato un piano operativo congiunto che prevede:
- Pattugliamenti navali coordinati nel Canale di Sicilia
- Formazione congiunta delle guardie costiere libiche
- Centri di identificazione nelle principali città libiche
- Programmi di sviluppo economico nelle aree di origine dei migranti
La questione energetica
Altro tema cruciale è stata la cooperazione energetica, con la Libia che mira a rafforzare il proprio ruolo di hub nel Mediterraneo. Secondo analisti del Centro Studi Internazionali, le riserve libiche di gas naturale, stimate in 1.500 miliardi di metri cubi, potrebbero diventare strategiche per diversificare le forniture europee.
Ankara e Roma, intanto, consolidano i legami economici: i rapporti commerciali bilaterali hanno superato i 32,4 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita del 15,3% rispetto al 2023. Settori trainanti sono stati l’automotive, la meccanica di precisione e l’agroalimentare.
Difesa e sicurezza
Non meno significativa è l’intesa nel settore della difesa, tra l’italiana Leonardo e la turca Baykar, per lo sviluppo congiunto di droni militari di nuova generazione. L’accordo, del valore stimato di 800 milioni di euro, potrebbe portare alla creazione di un polo tecnologico congiunto in Puglia, secondo fonti vicine ai negoziati.
Turchia e Italia: un asse in evoluzione
Il vertice ha confermato il riavvicinamento tra Roma e Ankara, dopo anni di alti e bassi. Le relazioni, riprese a pieno regime nel 2022 con il governo Draghi, hanno resistito anche alle tensioni diplomatiche occasionali, grazie agli interessi comuni in ambito economico e geopolitico.
CRONOLOGIA DEI RAPPORTI ITALIA-TURCHIA
- 2012: Ultimo vertice intergovernativo prima della pausa
- 2021: Crisi diplomatica dopo le dichiarazioni di Draghi
- Luglio 2022: Firma di 9 protocolli di intesa
- 2023: Visita di Erdogan a Roma
- 2024: Vertice trilaterale di Istanbul
La questione palestinese
Erdogan ha colto l’occasione per sollecitare una posizione più netta dell’Italia sul riconoscimento dello Stato palestinese. “La Turchia continuerà a fare da megafono per la giusta causa palestinese”, ha affermato il leader turco, mentre Meloni ha mantenuto una posizione più cauta, limitandosi a ribadire “l’importanza di una soluzione negoziata tra le parti”.
La roadmap per la Libia
Sul fronte libico, i tre leader hanno concordato una roadmap che prevede:
- Supporto al processo di riconciliazione nazionale
- Monitoraggio internazionale per le elezioni del 2025
- Programmi di ricostruzione delle infrastrutture critiche
- Cooperazione nel settore petrolifero
Analisti politici intervistati dalla nostra redazione sottolineano come questo vertice rappresenti un cambio di passo nella politica mediterranea dell’Italia, che sembra voler giocare un ruolo più attivo come ponte tra Europa e Africa settentrionale.
Le reazioni internazionali
L’iniziativa non è passata inosservata nelle cancellerie europee. Fonti UE hanno espresso cauta approvazione, mentre da Mosca sono arrivate dichiarazioni che evidenziano l’importanza di “non escludere nessun attore regionale” dai processi di stabilizzazione. Washington, attraverso un portavoce del Dipartimento di Stato, ha definito il vertice “un passo positivo verso la stabilizzazione regionale”.
La sfida ora è tradurre gli impegni in azioni concrete, in un contesto regionale segnato da instabilità. Come sottolineato dalle delegazioni, solo una cooperazione strutturata potrà garantire risultati duraturi. Il prossimo appuntamento è fissato per novembre a Roma, dove si terrà il follow-up tecnico per monitorare l’attuazione degli accordi.