Politica

Migranti, che cosa significa la minaccia di “veto” di Conte. Oggi le conclusioni

Il premier italiano, Giuseppe Conte, ha impedito al Consiglio europeo in corso a Bruxelles di chiudere la sua prima sessione, quella meno controversa, dando per acquisiti i primi capitoli delle conclusioni del vertice, dedicati alla sicurezza e difesa, al commercio internazionale, alla crescita ecnomica e l’economia digitale, al bilancio pluriennale e all’allargamento dell’Ue, e al caso MH17 (l’aereo olandese abbattuto durante il conflitto della Crimea con i secessionisti filo russi).

Conte ha bloccato la discussione, dicendo di non essere d’accordo a considerare chiusa quella parte del testo delle conclusioni, fino a quando non ci sarà accordo di tutti gli Stati membri anche sul resto delle conclusioni, e in particolare sul capitolo relativo all’immigrazione. Alle proteste dei partecipanti al Consiglio, abituati a procedere per parti successive dando per scontato il consenso sui diversi capitoli del testo a meno di una esplicita opposizione, Conte ha risposto rivendicando di essere professore di diritto, e sottolineando che le conclusioni del Consiglio europeo hanno un solo numero di protocollo e sono dunque da considerare come un documento unico.

I dieci punti della proposta italiana

Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha dovuto dunque cancellare la conferenza stampa di mezza sera, prevista dopo la prima sessione del vertice. Non succedeva dal marzo 2017. “Siccome uno Stato membro ha riservato la propria posizione sulle intere conclusioni, nessuna conclusione è stata concordata in questa fase”, ha spiegato il portavoce di Tusk. L’esito della riunione che terminera’ oggi, dunque, non e’ scontato e il veto dell’Italia, in assenza di segnali chiari su questo fronte, rischia di far saltare le conclusioni del vertice che devono essere approvate all’unanimita’, e di non impegnare, quindi, i leader degli stati membri, fornendo precise indicazioni alla Commissione.

Cosa significa la minaccia di “veto” di Conte

Che cosa significa la minaccia di un “veto” italiano al Consiglio europeo in corso a Bruxelles, nel caso in cui le conclusioni dei vertice non tengano in alcun conto le posizioni e le richieste italiane? Sostanzialmente, se la bozza delle conclusioni non conterrà alcuna menzione del principio sostenuto dall’Italia, secondo cui la gestione dei migranti soccorsi è “responsabilità condivisa” di tutti gli Stati membri (e non solo del paese di sbarco), il premier Giuseppe Conte si opporrà alla sua approvazione. E siccome le conclusioni del Consiglio europeo devono essere prese “per consenso”, e dunque essere unanimi, l’opposizione di uno Stato membro le farebbe venir meno.

A questo punto, potrebbero esserci solo delle conclusioni della presidenza del Consiglio europeo, che non impegnano i leader e non danno indicazioni né alla Commissione né ai ministri degli Stati membri in Consiglio Ue. Non si tratta di una ipotesi solo di scuola: ad esempio, non più tardi di tre mesi fa, nel marzo scorso, la Polonia si oppose alle conclusioni del vertice Ue per polemica contro la riconferma, a maggioranza qualificata e con il voto contrario della premier Beate Szydlo, del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, anche lui polacco. E la presidenza, cioè lo stesso Tusk, dovette pubblicare delle conclusioni proprie.

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