Cronaca

Vesper Martini al Jamaica Inn, dove Churchill incontrava gli 007

Due agenti segreti con la passione per la scrittura e la Giamaica, Ian Fleming e Noel Coward; il primo ministro più famoso e controverso della storia inglese – e primo Nobel per la letteratura – Winston Churchill; e la terrazza di un hotel caraibico, il Jamaica Inn, che garantisce lo sfondo indispensabile di lusso e privacy ai tre ospiti: sono gli ingredienti alla base del famoso Vesper Martini, il cocktail che James Bond ordina in “Casino Royal”. A farlo diventare il “Martini di James Bond” sono tre parole, che cambiano il senso della preparazione e sigillano il fascino del personaggio: “Shaken, not stirred”.

Tante le leggende che circondano la nascita del cocktail di James Bond, ma quella che ci piace di più è questa assaporata al Jamaica Inn – il luxory hotel a poco più di un chilometro da Ocho Rios, sulla costa nord dell’isola caraibica – dove Winston Churchill ha soggiornato nei suoi momenti di relax dopo la Seconda Guerra Mondiale, incontrando gli ex agenti che hanno lavorato per lui, tra i quali appunto Ian Fleming, creatore dello 007 letterario e cinematografico, il commediografo Noel Coward, e anche Roald Dahl, diventato poi famoso per i suoi libri e film per bambini. A raccontarla è Kyle Mais, general manager del Jamaica Inn: “Ian Fleming divenne molto amico di Noel Coward, avevano lavorato per Curchill come agenti speciali e si riunivano qui anche con Roald Dahl, prima che Fleming comprasse in Giamaica la sua residenza “Goldeneye” e Coward, la sua “Firefly” – dice Mais – Una sera proprio su questa terrazza parlando dei propri affari si propose: facciamoci un Martini.

A Fleming in realtà non piaceva il Martini, lui preferiva il gin. Inoltre ai Caraibi il clima è molto afoso e umido e il Martini non sembrava la scelta migliore. Ora qualcuno dice che il suggerimento venisse addirittura da Churchill: chiedere al bartender di prepararlo in uno shaker ghiacciato e continuare a shakerarlo fin a farsi cadere il braccio per essere sicuri che fosse il più freddo possibile e avere una bevanda rinfrescante. Da qui l’idea del Martini “agitato, non mescolato” per sconfiggere l’afa e l’umidità giamaicana”. Il Jamaica Inn è il posto ideale per custodire questa leggenda: sulla spiaggia e nelle stanze dell’hotel si intrecciano i passi di personaggi della storia recente che hanno lasciato un’orma indelebile di charme e nostalgia. Qui hanno soggiornato i Kennedy; hanno trascorso la luna di miele Marilyn Monroe e Arthur Miller; Churchill ha incontrato i sui ex agenti nei momenti di relax dipingendo scene di vita dell’albergo.

 E la storia dell’albergo, la sua atmosfera, sono ancora oggi tra le prerogative principali ricercate dai suoi ospiti. “Ciò che è meraviglioso del Jamaica Inn è proprio la sua storia e la sensazione di “nostalgia” che genera in chi lo frequenta – conferma il genarl manager – E che non puoi creare mai più. Si può ricostruire un hotel, ma non puoi duplicare questo ingrediente speciale. E’ come un dolce semplice da preparare, ma non puoi avere più gli ingredienti originali. Per questo anche i nuovi viaggiatori vengono a provare qui qualcosa che non è possibile provare in alcuna altra parte nel mondo. Il nostro valore è proprio il nostro essere senza tempo”. Nel 2018 il Jamiaca Inn ha festeggiato i 60 anni di proprietà e gestione della famiglia Morrow: tre generazioni che hanno custodito e gestito la struttura diventata un vero e proprio patrimonio della storia dell’isola; con 150 dipendenti, tutti giamaicani, alcuni da venti anni impegnati nella cura degli ospiti. E una mascotte, anch’essa diventata una tradizione. “Oh Shadow! – dice Meis – Shadow è la nostra mascotte. La famiglia Morrow ha sempre avuto un labrador nero di nome Shadow, e lei è quindi Shadow-4”.

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