Via libera dal Cipess al Ponte sullo Stretto di Messina, cantieri aperti entro ottobre
Una immagine di come sarà il Ponte sullo Stretto
Una svolta epocale nelle infrastrutture italiane: il Cipess ha dato il via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera pensata per cambiare radicalmente il volto del Mezzogiorno e dell’intero Paese. Un investimento pubblico da 13,5 miliardi di euro che segna l’inizio di una sfida tecnica e sociale senza precedenti.
Meloni
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto sottolineare con forza il significato di questa grande impresa: “Non è un’opera facile, ma la consideriamo un investimento concreto sul presente e sul futuro dell’Italia. Ci piacciono le sfide difficili quando sono sensate, e questa lo è. Lo facciamo per dare lavoro e opportunità da subito, perché sappiamo che un progetto di questa portata ha un effetto moltiplicatore straordinario sul nostro tessuto economico e produttivo. Vogliamo lasciare alle prossime generazioni un’eredità tangibile: un’Italia più connessa, più competitiva e più coesa”.
Meloni ha poi aggiunto: “Il Ponte non sarà solo una gigantesca opera ingegneristica, ma un simbolo mondiale della forza di volontà, della competenza tecnica e dell’ingegno italiano, che pochi Paesi al mondo possiedono. Crediamo profondamente in questa infrastruttura, così come in tutte quelle infrastrutture che l’Italia aspetta da decenni. Esse devono diventare l’ossatura di un Paese più veloce, più moderno e più efficiente. Fin dall’inizio del nostro mandato, abbiamo fissato obiettivi chiari: utilizzare gli investimenti pubblici come leva per lo sviluppo nazionale, spendere le risorse in modo efficace e rapido, evitando sprechi e inefficienze, per realizzare infrastrutture che rimarranno come patrimonio per i nostri figli e che garantiranno benessere e crescita a lungo termine”.
Salvini
Non meno entusiasta, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa successiva al Cipess: “Il via libera al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina non rappresenta un punto di arrivo, bensì un punto di partenza. Sono stati due anni e mezzo di lavoro incessante, centinaia di riunioni a tutti i livelli, e finalmente siamo giunti a questo traguardo emozionante, dal momento che mai prima d’ora si era raggiunta l’approvazione con la copertura economica completa. Questo ponte sarà il più lungo ponte a campata unica al mondo, un’infrastruttura straordinaria che sarà un vero e proprio acceleratore di sviluppo per il Paese”.
Salvini ha voluto poi svelare il cronoprogramma: “Ora aspettiamo la bollinatura ufficiale della Corte dei conti, dopodiché puntiamo, entro settembre o ottobre, a dare avvio ai cantieri. L’estate finisce il 21 settembre, giorno di San Matteo, e sarebbe simbolico partire proprio allora. Se tutto procede secondo i piani, l’opera dovrebbe essere completata tra il 2032 e il 2033, come previsto dai tecnici”.
I numeri
I numeri che accompagnano il progetto sono impressionanti: la campata unica si estenderà per 3.300 metri, superando ogni record mondiale, e le torri portanti raggiungeranno i 399 metri d’altezza, simili a grattacieli che svettano sul mare. La struttura sarà dotata di sei corsie per il traffico stradale, due binari ferroviari, due corsie di emergenza, e sarà progettata per resistere a venti superiori ai 200 km/h e a terremoti di magnitudo 7.1 della scala Richter. Il ponte sarà aperto al traffico 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, e grazie ai suoi sistemi integrati di monitoraggio, sicurezza, gestione del traffico ed efficientamento energetico, rappresenterà uno straordinario esempio di innovazione tecnologica.
Sul fronte economico, il sottosegretario con delega al Cipess, Alessandro Morelli, ha snocciolato cifre che confermano l’enorme ricaduta dell’iniziativa: “Parliamo di un contributo al PIL nazionale di 23,1 miliardi di euro, 36.700 posti di lavoro stabili generati direttamente e 10,3 miliardi di entrate fiscali già nella fase di cantiere. Considerando tutta la filiera produttiva, i posti di lavoro complessivi oscillano tra i 100 e i 120 mila, con un incremento del PIL determinato dall’opera che si attesta intorno ai 3 miliardi di euro l’anno. Non si tratta solo di un’infrastruttura strategica per il Mezzogiorno ma di un investimento nazionale che porterà benefici economici e sociali diffusi in tutto il Paese”.
Morelli ha aggiunto che, a regime, il valore attuale netto economico dell’opera sarà positivo per 1,8 miliardi di euro grazie a una serie di vantaggi economici, logistici e ambientali: “Ridurre i tempi e i costi di trasporto, aumentare l’efficienza logistica, incrementare i flussi turistici e ridurre le emissioni inquinanti rappresentano solo alcuni dei benefici tangibili che ci aspettiamo a opera completata”.
Il Corridoio europeo
Il progetto del ponte si inserisce in modo strategico nel Corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo, trasformando lo Stretto di Messina nella “porta tra Mediterraneo ed Europa” e valorizzando il potenziale della Sicilia come piattaforma logistica naturale per i traffici intercontinentali. Sul piano finanziario, inoltre, è già avviata una collaborazione con la Commissione Europea; la società Stretto di Messina e la Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency (CINEA) hanno firmato un accordo di finanziamento nell’ambito del programma Connecting Europe Facility.
Non solo il ponte: il Ministero dei Trasporti ha previsto ulteriori investimenti infrastrutturali per un valore complessivo di 70 miliardi di euro entro il 2032 tra Sicilia e Calabria, a testimonianza di un impegno senza precedenti per la modernizzazione e la crescita del Sud. In conclusione, non è solo un’impresa ingegneristica, ma una scommessa decisiva per l’Italia, un vero e proprio volano di sviluppo, coesione e competitività. Il sogno di una grande Italia che si rialza finalmente non è più un miraggio: è cominciato il conto alla rovescia per una delle opere infrastrutturali più ambiziose e attese della nostra storia recente.
