Vince il sì al referendum. La Toscana resta al centrosinistra, centrodestra espugna marche

Vince il sì al referendum. La Toscana resta al centrosinistra, centrodestra espugna marche
22 settembre 2020

Netta vittoria del sì al referendum (quasi al 70%) e un pareggio 3-3 nelle regionali, in attesa della Val d’Aosta. E’ il quadro che emerge oggi dalle urne, in attesa dello spoglio per le comunali. Alle regionali, il centrodestra mantiere il Veneto con un vero e proprio plebiscito per il leghista Luca Zaia che supera il 75% contro il 15,6% di Arturo Lorenzoni. Confermato anche Giovanni Toti in Liguria con circa il 55% contro il 38% di Ferruccio Sansa, candidato di Pd e M5s, la novità per la coalizione viene dalle Marche dove il candidato di Fdi Francesco Acquaroli supera il 50% contro il 35,7% di Maurizio Mangialardi, conquistando una delle ultime regioni rosse. Resiste alla “spallata”, invece, la Toscana dove il Dem Eugenio Giani vince attestandosi intorno al 49% contro il 40% della sfidante leghista Susanna Ceccardi. In Puglia si conferma Michele Emiliano che regola con una decina di punti di margine Raffaele Fitto (circa 46,6 contro 37,6). In Campania è trionfo per Vicenzo De Luca che raccoglie il 64,7% mentre Stefano Caldoro raggiunge il 20,8.

Con questi risultati festeggia il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che ha schierato il partito per il sì e messo la faccia nelle regionali. “Siamo vincitori, non sono vincitore. Ha vinto la squadra, la comunità, la passione che ci abbiamo messo tutti”, ha detto commentando i dati. Zingaretti non parla di rimpasto, ma forte del voto è deciso a spingere Conte a cambiare marcia e a inserire nell’agenda del governo temi cari ai Dem, a partire dall’accettazione del Mes e dalla necessità di cambiare i decreti sicurezza. Il Movimento 5 stelle esprime grande soddisfazione per il risultato del referendum. “È una vittoria di tutti, di tutto il Paese, di tutti gli italiani che non hanno mai smesso di crederci al di là delle appartenenze partitiche”, ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma i dati che vengono dalle regioni creano un terremoto tra i pentastellati con alcuni deputati che parlano di “disastro” e il viceministro Stefano Buffagni che ammette: “Scelte sbagliate, dobbiamo rivedere tante cose”. Da subito, nei “prossimi giorni”, ha assicurato il capo politico reggente Vito Crimi, partirà il percorso degli Stati generali, che “ci porterà a determinare nuovi e più ambiziosi obiettivi”.

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Nella maggioranza è deludente il risultato di Italia viva, al primo test elettorale. “Abbiamo buttato un seme e abbiamo fatto un grande lavoro – sottolinea il presidente Ettore Rosato -. Italia viva c’è fino in fondo, con il progetto che Matteo Renzi ha lanciato un anno fa. Andiamo avanti con il sorriso e la nostra forza”. Sul fronte del centrodestra, Matteo Salvini manca il secondo tentativo di “spallata”, dopo quello fallito in Emilia-Romagna, ma rivendica il risultato. “Se i dati verranno confermati, compresi gli exit sulla Val D’Aosta, che avrà lo spoglio domattina – commenta il leader del Carroccio – il totale delle 20 regioni italiane dovrebbe essere 15 a 5, fino ad oggi, dato meramente numerico, era 13 a 7. Ci si avvicina passo passo, aggiungendo due mattoncini nella nostra visione di Paese”. Festeggia Giorgia Meloni, che chiede le elezioni. “In una nazione normale – per la leader Fdi – domani si tornerebbe al voto e si consentirebbe agli italiani di scegliere anche in base alle proposte dei partiti sulle riforme”. In difficoltà Forza Italia. Silvio Berlusconi ha seguito lo spoglio in isolamento da Arcore e la prima reazione è stata affidata al numero 2 Antonio Tajani. “La sinistra – rileva – ha perso una Regione, il centrodestra ne ha guadagnata una. Forse le cose potevano andare meglio. Sarebbe stato meglio vincere, ma a conti fatti la sinistra ha perso una Regione e il centrodestra ne ha guadagnata una”. Nella lunga serie di commenti e dichiarazioni, mancano le parole del premier Giuseppe Conte, che ha scelto di restare in silenzio, oggi, per lasciare spazio ai partiti. Da Palazzo Chigi, dove il presidente del Consiglio ha passato la giornata al lavoro costantemente aggiornato sullo spoglio, filtra però “piena soddisfazione per il regolare svolgimento della tornata elettorale” ma anche per la grande affluenza, dimostrazione del “forte attaccamento alla democrazia” degli italiani. askanews

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