Voto all’Estero, “sforzo gigantesco” per evitare rischio brogli

Voto all’Estero, “sforzo gigantesco” per evitare rischio brogli
3 marzo 2018

Buste elettorali a 4.300.000 italiani nel mondo, 700mila in più rispetto alle precedenti elezioni politiche (circa il 20%); 177 Paesi interessati, 200 tra ambasciate e consolati coinvolti; 100 voli in arrivo tra ieri e oggi. L’Italia che si avvicina a grandi passi alle elezioni di domani ha compiuto uno sforzo “gigantesco” per il voto dei connazionali all’estero. L’impegno della Farnesina si è concentrato particolarmente su “regolarità, correttezza, trasparenza ed efficacia”, e il bilancio è al momento “positivo”, ha ricordato il direttore generale per gli Italiani all’Estero e per le Politiche migratorie, Luigi Maria Vignali. Per evitare i brogli e le polemiche che hanno accompagnato il voto degli anni scorsi, in questa occasione il ministero degli Esteri si è attrezzato, pensando e introducendo alcuni accorgimenti per ridurre al minimo i rischi. Sono stati previsti “contratti rafforzati con le tipografie” che hanno stampato in loco le schede elettorali con i servizi postali. E c’è stata “una vigilanza 24 ore su 24 del materiale elettorale”, ha detto Vignali. L’impegno dell’Arma dei Carabinieri nel presenziare alle varie fasi del voto, e l’introduzione di un codice a barre sulla busta esterna per il monitoraggio passo passo dell’invio dei plichi e la gestione dell’invio di eventuali duplicati hanno rappresentato un valore aggiunto in termini di correttezza. Dodici sono i seggi assegnati alla Camera (5 per l’Europa, 4 per l’America del Sud, 2 per Centro e Nord America, 1 per Africa, Asia, Oceania e Antartide), 6 al Senato (2 per l’Europa, 2 per il Sud America, 1 per Centro e Nord America, 1 per Africa, Asia, Oceania e Antartide). Le operazioni elettorali si sono concluse alle 16 dell’uno marzo, ora entro la quale i plichi sono stati restituiti all’ambasciata o al consolato di riferimento per essere trasferiti in Italia in vista dello spoglio, a Castelnuovo di Porto a urne chiuse.

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Qui sarà la Corte d’Appello di Roma a garantire lo scrutinio in circa 1.700 seggi. Oggi, intanto, dovrebbero arrivare le schede da Caracas. Gli italiani che vivono in Venezuela sono stati chiamati al voto in una situazione complicata, in un Paese dove da tempo è in atto una grave crisi politica ed economica. “C’è un volo importante, particolarmente delicato e su cui stiamo lavorando da vicino, ed è quello che proviene da Caracas”, ha confermato Vignali. I funzionari del ministero degli esteri, d’altra parte, ovunque hanno collaborato strettamente con il servizio di polizia postale per evitare rischi di brogli e per smascherare una serie di fake news, anche durante la campagna elettorale. Tra queste, la falsa notizia di propaganda elettorale all’interno di alcune buste: “mai e poi mai è successo nulla di questo genere”, ha sottolineato il direttore generale. Emblematico il caso di Giuseppe Macario, che si sarebbe candidato con una foto non sua e un curriculum stracolmo di note d’eccellenza, smascherato dal sito di Rolling Stone Italia. Il suo movimento “Free Flights to Italy” promuoveva voli gratis per l’Italia, ma lui – Macario – sarebbe sempre stato a Fiano Romano, dove vive con una parente. Il caso dell’elettrice di Tenerife che ha denunciato, con una registrazione video, il ritrovamento della busta semiaperta con la scheda elettorale nella buca delle lettere resta quello più acclarato, a livello di irregolarità. “E’ l’unico caso di forte problematicità che abbiamo riscontrato però in tutta la Spagna”, ha tenuto a precisare il responsabile della Farnesina, “Ce ne sono stati altri, in altri parti del mondo, che abbiamo affrontato e provveduto a sanare o comunque a regolarizzare. Qualche caso evidentemente ci può essere, stiamo parlando di 4.300.000 invii: penso che in termini percentuali siamo allo 0,0001% di casi”.

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