“Vuoi lavorare? Ecco le istruzioni per l’uso”: clamoroso, INPS invia il VADEMECUM per i DISOCCUPATI | Ti arriva a casa a Settembre e ti assumono a Ottobre
lavoro giovani - foto ilfogliettone.it
Un’opportunità alle porte anche e soprattutto per tantissimi giovani che cercano lavoro: ecco di cosa si tratta
I dati non mentono, in questo senso, e dicono che, negli ultimi dieci anni, il nostro Paese ha vissuto una fase complessa sul fronte occupazionale. I concorsi pubblici, che un tempo garantivano migliaia di assunzioni l’anno, sono progressivamente diminuiti, lasciando intere generazioni in attesa di un bando che spesso non arriva. Le lungaggini burocratiche, unite a scelte politiche non sempre lungimiranti, hanno generato, lo si può dire tranquillamente, un clima di frustrazione genrale. Giovani laureati, diplomati e persino professionisti con anni di esperienza si trovano a fare i conti con un mercato del lavoro fermo, che fatica a offrire prospettive concrete.
Molti ragazzi, dopo aver investito tempo e risorse nella formazione, si ritrovano in una lunga attesa, tra colloqui che non portano a nulla e bandi che vengono rinviati o cancellati. La disoccupazione giovanile resta alta e, in molte regioni, supera di gran lunga la media europea. È un dato che non riguarda solo chi cerca il primo impiego, ma anche chi ha perso il lavoro e fatica a rientrare nel circuito produttivo.
La conseguenza più grave è lo scoraggiamento. C’è chi rinuncia a cercare, chi decide di trasferirsi all’estero, chi si adatta a lavori precari senza tutele. E mentre il tempo passa, il divario tra domanda e offerta di lavoro si allarga. Questa situazione si riflette anche nella pubblica amministrazione, dove l’età media dei dipendenti è sempre più alta e il ricambio generazionale quasi assente.
Nonostante i tanti proclami su modernizzazione e innovazione, fino a oggi la digitalizzazione della PA è stata lenta e frammentaria. Portali non aggiornati, procedure farraginose e comunicazioni poco chiare hanno spesso scoraggiato chi voleva informarsi su opportunità lavorative o percorsi formativi. Ma qualcosa sembra cambiare: una nuova iniziativa punta a collegare il tema del lavoro con quello della trasformazione digitale.
Con una lettera e un QR code, oltre 50 servizi
Ma andiamo a vedere cosa sta per accadere. A settembre, l’INPS, in collaborazione con il governo, lancerà un progetto inedito: oltre 4 milioni di famiglie riceveranno una lettera contenente un QR code. Basterà una semplice scansione con lo smartphone per accedere a un portale digitale personalizzato, con più di 50 servizi dedicati a occupazione, formazione, orientamento e previdenza.
Il QR code sarà destinato a quattro categorie chiave: inoccupati, disoccupati, studenti e lavoratori in cerca di nuove opportunità. L’obiettivo è semplificare l’accesso alle informazioni e ridurre al minimo le attese, offrendo un’interfaccia chiara e servizi immediatamente fruibili.

Anche imprese e scuole tirate in ballo
Ma l’iniziativa, e questa è una delle note più liete, non si ferma alle famiglie. L’INPS intende coinvolgere scuole, università e aziende, con l’obiettivo di creare una nuova cultura previdenziale. Si parlerà di contributi, pensioni e welfare già tra i banchi di scuola, per formare cittadini consapevoli e informati. Parallelamente, sono stati avviati 38 progetti basati su intelligenza artificiale, di cui 23 già operativi. Tra questi: assistenti virtuali, smistamento automatico delle PEC, gestione intelligente dei ticket e lettura automatizzata dei documenti. Tutto per ridurre tempi d’attesa e migliorare l’efficienza dei servizi.
Nel 2025, l’App INPS Mobile ha superato i 6 milioni di utenti attivi, con 36 milioni di accessi. I servizi più utilizzati includono ISEE (+200%), stato dei pagamenti (+186%), estratto conto contributivo (+78%) e NASPI (+46%). Le imprese avranno anche nuovi strumenti come la Pre-DURC, per sanare irregolarità prima delle sanzioni, e piani di rientro personalizzati per aziende in difficoltà. Questa volta, l’innovazione digitale dell’INPS sembra concreta. Non solo parole, ma strumenti che potrebbero davvero cambiare il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Il futuro del lavoro in Italia potrebbe dipendere dalla capacità di sfruttare queste nuove opportunità.
