Whirlpool chiude a Napoli, 400 lavoratori a casa. Sindacati: inaccettabile. E Conte fa spallucce

30 ottobre 2020

Dal primo novembre stop alla produzione nello stabilimento Whirlpool di Napoli. Lo ha comunicato ufficialmente l’azienda, con una lettera ai dipendenti in cui si spiega che da quel momento i lavoratori “saranno esentati dal rendere la propria prestazione lavorativa presso il sito, fermo restando il mantenimento del rapporto di lavoro in essere”. “La piena retribuzione sarà pagata – si precisa – fino al 31 dicembre 2020 con riserva di ulteriori valutazioni successive a tale data”.

Il premier Giuseppe Conte, al tavolo con i sindacati su Whirlpool, ha detto di aver fatto di tutto per convincere la proprietà ma l’azienda, ha spiegato, non vede prospettive e non riesce a rendere competitivo il sito di Napoli. “Abbiamo assolutamente messo a disposizione tutto quello che c’era da mettere a disposizione, spiegando anche che possiamo fare oggi cose che in passato non si potevano fare perché c’è un framework, quello europeo sugli aiuti di Stato, che ha disattivato le stringenti regole europee per quanto riguarda la possibilità degli Stati membri di aiutare le imprese” ma “purtroppo non riescono su questo stabilimento a creare una prospettiva che, nella competizione globale tra Cina, Turchia, riesca a rendere competitiva questa produzione”, ha detto Conte aprendo i lavori del tavolo su Whirlpool.

Una chiusura inaccettabile per i sindacati, secondo cui serve maggior impegno da parte del governo. Per Maurizio Landini, segretario Cgil e Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, “l`incontro di oggi con la Presidenza del Consiglio dei ministri sulla vertenza Whirlpool non ha risolto il problema. Il Premier Conte ci ha informato di aver parlato con il Ceo della multinazionale che ha confermato di voler chiudere il sito di Napoli. Questa decisione della multinazionale è del tutto ingiustificata, dal momento che i risultati di Whirlpool in Europa sono ottimi, e nonostante ci sia un accordo firmato nel 2018 con i sindacati e il Governo che prevede risorse, investimenti e il rafforzamento produttivo dello stabilimento di Napoli”. Quindi, per il sindacato, “consentire la chiusura di Napoli, al contrario di quanto stabilito nell`accordo, significa dare mano libera alla multinazionale, anche per un progressivo disimpegno di Whirlpool dall`Italia”.

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Per il leader della Uilm, Rocco Palombella, “il Governo deve impugnare e far rispettare a tutti i costi l’accordo del 2018 firmato al Mise da Whirlpool coinvolgendo ogni sede istituzionale europea e mondiale. La chiusura di Napoli potrebbe rappresentare l`inizio di una vera epidemia di licenziamenti”. Per il leader della Uil, Pierpaolo Bombaerdieri, invece, “bisogna continuare a combattere insieme per la continuità aziendale” del sito produttivo Whirlpool di Napoli e “per il rispetto dell’accordo. Dopo tante chiacchiere e troppe promesse è ora di assumersi le proprie responsabilità. Noi non molliamo”. Antonio Spera, invece, segretario UGL Metalmeccanici, sottolinea di aver chiesto “al Governo di insistere con i vertici Whirlpool affinché l’accordo sottoscritto nel 2018 presso il Ministero dello Sviluppo Economico venga rispettato. E’ impensabile che l’unico sito produttivo del Sud debba chiudere. Con la scelta di lasciare Napoli si assiste ad un abbandono del nostro Paese da parte della multinazionale. È inaccettabile che il Ceo di Whirlpool dichiari che si chiuda il sito di Napoli per salvaguardare altri siti e che non ci siano margini per continuare la trattativa dopo gli accordi sottoscritti”.

All’attacco l’opposizione. Apre le danze, Forza Italia. “Whirlpool chiude ufficialmente i battenti a Napoli, lo stabilimento partenopeo terminerà le produzioni con la fine di ottobre – tuona Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Il ministro Patuanelli, inerte e impotente, prende atto della decisione dell`azienda; il premier Conte annuncia che il governo farà “qualsiasi cosa” per i lavoratori. Ma intanto più di 400 famiglie da oggi non hanno più una delineata prospettiva di futuro, non hanno più una speranza alla quale aggrapparsi. Cosa ha fatto l`esecutivo in questi mesi? Cosa hanno fatto i grillini al Ministero per lo Sviluppo economico? Era questa la decrescita felice che immaginavano per il nostro Paese?”.

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Incalza Fratelli d’Italia. “Non ci sono scuse per il governo che è arrivato debole e tardivo per trattare con la multinazionale – dichiara il deputato di Fratelli d`Italia, Walter Rizzetto, capogruppo della commissione Lavoro alla Camera -. Non sono stati capaci di far rispettare gli impegni assunti da Whirlpool con il piano di reindustrializzazione approvato nel 2018. Il messaggio che passa in questo modo di gestire le crisi industriali e che in Italia se sei un`azienda virtuosa sei ostacolato in tutto, dall`oppressione fiscale alla burocrazia”. “Ma se sei una multinazionale americana che ha preso contributi dallo Stato, puoi decidere un giorno di venire meno a dei patti siglati e lasciare senza lavoro migliaia di lavoratori, tra azienda e indotto. Ieri Conte – aggiunge – ha mostrato tutta la sua debolezza spingendosi in proposte oltre limite a Whirlpool, che la stessa ha respinto. Un governo forte e proteso verso l`obiettivo di tutelare i lavoratori di sarebbe opposto senza mezzi termini per portare a casa il risultato, come avvenuto in passato nella gestione di altre crisi aziendali dove è stata scongiurata la chiusura. La differenza è che a trattare dall`altra parte non c`era il governo Conte”.

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