Whirlpool: 31 ottobre chiude stabilimento di Napoli. Uilm: “Governo incapace”

22 ottobre 2020

“Ad ottobre 2019, l`azienda ha accettato di proseguire temporaneamente la produzione delle lavatrici di alta gamma Omnia” nello stabilimento di Napoli “per offrire alle parti coinvolte più tempo per identificare una soluzione che purtroppo non è stata trovata. Per tale motivo, l`azienda ha confermato il 31 ottobre 2020 come data di cessazione della produzione. Non affrontare questa situazione potrebbe infatti compromettere ulteriormente la competitività industriale di Whirlpool in Italia”. A ribadirlo è Whirlpool al termine del tavolo al Mise.

L’azienda ha ribadito “di aver subito un drastico crollo nella domanda globale per Omnia – il modello di lavatrici di alta gamma che viene prodotto nel sito di Napoli. Dal 2009 i volumi che sono diminuiti di circa il 70% passando da circa 700,000 a meno di 200,000 unità prodotte all`anno; questo ha portato lo stabilimento ad operare a meno del 30% della propria capacità produttiva, rendendo la situazione insostenibile sia per lo stabilimento che per l`azienda”. Per questo motivo, “18 mesi fa l`azienda ha aperto un confronto sui potenziali scenari di transizione e ha cominciato a lavorare con i sindacati e gli interlocutori istituzionali – sia nazionali che locali – per trovare una soluzione sostenibile e minimizzare gli impatti della cessazione della produzione nello stabilimento di Napoli”, ha concluso l’azienda.

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Duro l’attacco del sindacato nei confronti del governo. “Dopo diciotto mesi dal primo annuncio di Whirlpool di voler chiudere lo stabilimento di Napoli e a pochi giorni dalla data del 31 ottobre fissata per la cessazione della produzione, il Governo non è stato in grado di trovare una soluzione per il futuro occupazionale dei 400 lavoratori coinvolti – ha tuonato Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale e responsabile settore elettrodomestico, al termine dell`incontro in videoconferenza alla presenza del ministro allo sviluppo economico Patuanelli, del sottosegretario al Mise Todde, del ministro del Mezzogiorno Provenzano e dei rappresentanti della multinazionale americana -. Una situazione che rischia di diventare la vergogna italiana, di minare la credibilità del Governo e di tutto il Paese. Ora bisogna recuperare i mesi persi a causa della pandemia e trovare una soluzione occupazionale per tutti i lavoratori diretti e dell`indotto. Nel frattempo la produzione a Napoli non deve terminare, lo stabilimento non va fermato, il Governo deve mettere in campo ogni azione possibile e costringere la multinazionale a rimanere. Siamo pronti a tutto per non far chiudere Napoli”. Lo stesso sindacato ha annunciato che domani ci sarà un presidio dei lavoratori a Napoli e mobilitazioni in tutti i siti del Gruppo. “Continueremo fino alla fine a sostenere ed essere al fianco dei lavoratori per evitare la chiusura di Napoli”, ha concluso Palombella.

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Per la Fiom-Cgil si rischia il “Vietnam”. “Auspichiamo che il consiglio dei ministri di questa sera assuma decisioni che costringano Whirlpool ad applicare quanto previsto dal piano industriale rispettando gli impegni presi – ha dichiarato Rosario Rappa, segretario generale della Fiom-Cgil Napoli -. E` necessario che nell`incontro con il premier Giuseppe Conte si produca un cambiamento di posizione dell`azienda. Qualora questo non dovesse succedere si aprirà uno scontro con Whirlpool a tutto campo sia a livello nazionale che a Napoli, già a partire dal presidio di domani in piazza del Plebiscito e dallo sciopero del 5 novembre. Metteremo in campo azioni eclatanti. Se qualcuno pensa che dobbiamo maturare il lutto, si sbaglia. Sarà il Vietnam per la Whirlpool. I lavoratori riapriranno la produzioni di lavatrici a Napoli”.

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