Ad Amsterdam presentata “Sarco”, la bara tech per il suicidio. Ecco come funziona

16 aprile 2018

Bianca, di design, a prima vista simile a una navicella spaziale. Ma in realtà è un oggetto progettato per uno scopo completamente diverso, è una macchina per il suicidio. L’australiano Philip Nitschke, attivista schierato a favore dell’eutanasia, ha presentato la sua ultima creazione al Funeral Show di Amsterdam, la fiera dedicata agli articoli funebri, dove ormai è arrivata anche la tecnologia. Chiamata “Sarco”, da sarcofago, si può testare indossando degli occhiali per la realtà virtuale, per vivere un’esperienza realistica, la stessa che vivrebbe chi decide di uccidersi, poco prima di premere il bottone di “fine vita”. Un articolo che ha fatto già molto discutere. In realtà, spiega il suo inventore, basta un pulsante per far riempire la capsula di azoto. E in poco tempo, dopo una prima sensazione di vertigini, si perderà coscienza, fino a morire.

“E’ un dispositivo che permette di morire alle persone che vogliono morire – ha detto Nitschke, già ribattezzato “Dr. morte” per la sua battaglia nel voler legalizzare l’eutanasia”. “Non dovrebbe essere solo un privilegio per le persone molto malate, ma un diritto umano. Se si ha il dono prezioso della vita, ognuno dovrebbe poter decidere quando darlo via e farla finita”. E un visitatore della fiera, dopo aver provato la bara speciale ha commentato: “É stata un’esperienza, davvero strano, ma è stato bello e rilassante. Ho visto la luna e il mare, è davvero rilassante”. E un altro:”Beh penso che sia una cosa sciocca, stupida, non mi interessa, per carità”.

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