Anche su Riscossione Sicilia Crocetta e Baccei si dividono. L’assessore: “La società non chiuderà”

Anche su Riscossione Sicilia Crocetta e Baccei si dividono. L’assessore: “La società non chiuderà”
29 gennaio 2015

di Enzo Marino

Continua a tenere banco il destino di Riscossione Sicilia,  la Società incaricata dalla Regione Siciliana per la gestione e riscossione dei tributi in Sicilia. C’è chi parla di agonia della Spa c’è chi, invece, vuole che vanga ala società passi  a Equitalia. E così l’assessore all’Economia della Regione Siciliana, taglia la testa al toro: “Non e’ mai venuto in mente a nessuno di chiudere Riscossione Sicilia. Il problema e’ che la societa’ non e’ in equilibrio e per questo si sta discutendo su diversi scenari possibili”. Baccei, spiega che “si sta cercando di trovare una soluzione all’interno di una riforma complessiva del sistema riscossione”. Di certo, aggiunge l’assessore, “l’idea del Presidente (Crocetta, ndr) e’ di mantenere un sistema della riscossione coattiva locale. Secondo me vanno stretti maggiormente i legami con Equitalia ed utilizzare il loro know how e le loro procedure”.

Intanto, i sindacati sono sul piede di guerra. “In seconda Commissione all’Ars si è trattato del caso Riscossione Sicilia, ma l’assessore Baccei e il neo presidente Fiumefreddo, con motivazioni diverse, erano assenti”, chiosa Gino Sammarco, segretario regionale siciliano della Uilca. “A prescindere dalle gravi assenze che confermano la mancanza di proposte da parte di questo governo – aggiunge – e dalla inadeguatezza dei burocrati che lo affiancano, si registra che non è stato affrontato nessun problema di Riscossione Sicilia né iniziative da intraprendere per risolvere la crisi di liquidità che ha origini lontane”.

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Pure la Fabi ha partecipato all’incontro in commissione Bilancio dell’Ars, in merito alla situazione gestionale e finanziaria della partecipata. E Giorgio Cuccia della Fabi, si auspica “una soluzione dei problemi. Per i sindacati servono investimenti, altrimenti il rischio è uno stop delle attività di riscossione. L’alter ego di Equitalia in Sicilia ha debiti verso i fornitori per circa 50 milioni di euro, perdite strutturali legate anche ai costi di gestione del sistema di riscossione, ma vanta crediti per circa 80 milioni di euro nei confronti di Regione, Inps, Agenzia delle Entrate. Il piano di riorganizzazione della azienda potrebbe contemplare anche la possibilità di cedere quote del pacchetto azionario ad Equitalia, che finora possiede il 0,1%, mentre la Regione il 98,9%. Nei prossimi giorni, infatti, il governo regionale dovrebbe avviare trattative con il governo nazionale. I sindacati, però, temono ripercussioni sul fronte dell’occupazione e stimano una sforbiciata di altre 200 unità nell’organico aziendale; il personale in forza passerebbe dagli attuali 701 addetti a circa 500. Negli ultimi 3 anni i lavoratori hanno ricevuto un taglio del 20% in busta paga del 20% e i sindacati temono che la crisi di liquidità dell’azienda potrebbe mettere a rischio gli stipendi di aprile. Secondo la Fisac-Cgil, dall’incontro all’Ars è emerso che “nel 2014 le attività di riscossione ha registrato un aumento del 14,50% rispetto all’anno precedente”.

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Anche l’opposizione al governo Crocetta è sul campo di guerra. “Ci avevano detto che chiudere gli sportelli decentrati di Riscossione Sicilia avrebbe determinato un notevole risparmio di spesa per la società, invece si scopre che la chiusura di quelle agenzie ha determinato un’ulteriore perdita degli introiti nella nostra Regione”, puntella il deputato all’Ars, Gino Ioppolo, secondo il quale “la società partecipata dalla Regione è allo sbando”. Quindi la proposta: “Trasferimento a Equitalia della Riscossione Sicilia, con totale garanzia per il personale dipendente, è allo stato l’unica concretamente fattibile”.

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