Berlusconi lavora a legge elettorale, sul tavolo tedesco-spagnolo. Resta il nodo soldi in Fi

Berlusconi lavora a legge elettorale, sul tavolo tedesco-spagnolo. Resta il nodo soldi in Fi
12 gennaio 2017

Una riunione che serviva soprattutto per riprendere in mano i dossier dopo la pausa estiva. E’ per questo che Silvio Berlusconi ha chiamato ieri a palazzo Grazioli i due capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani insieme al board di fedelissimi: Gianni Letta, Niccolò Ghedini e i due consiglieri Valentino Valentini e Sestino Giacomoni. L’incontro, spiega chi era presente, ha avuto come argomento predominante la trattativa che Forza Italia si prepara a condurre sulla legge elettorale. La road map fissata dal capo di Forza Italia non cambia: prima della sentenza della Consulta – avrebbe ribadito ai presenti – noi non faremo nessuna proposta. Il nostro faro restano sempre le parole del presidente della Repubblica. Già ma se ufficialmente le trattative sono ancora ferme, l’intenzione dell’ex premier è quella di non farsi trovare impreparato ma soprattutto l’obiettivo è evitare che Forza Italia arrivi divisa al tavolo con il Pd.

IPOTESI COMMISSIONE I desiderata dell’ex premier non cambiano. Anzi, ai suoi commensali il Cavaliere ha ribadito la necessità che la nuova legge garantisca governabilità e rappresentanza. Due i modelli presi in considerazione, quello tedesco e lo spagnolo che oltre ad avere come base un sistema proporzionale non prevede le preferenze (ma liste bloccate) e la possibilità come con il sistema tedesco di fare accordi dopo il voto. Quello che per l’ex premiere è assolutamente da evitare è il ritorno alle preferenze: porterebbero – è il ragionamento – solo al rischio di ricatti. Nei prossimi giorni dunque si entrerà nel vivo della discussione con l’idea, avanzata dal Cavaliere, di creare una commissione ad hoc dentro Fi che si occupi di elaborare una serie di proposte da sottoporre al resto degli azzurri. Prima ancora di parlare con gli alleati ed il resto dei partiti di centrodestra – avrebbe spiegato Berlusconi – dobbiamo avere noi un’unica posizione da proporre agli altri. Un ragionamento che mira a rinsaldare anche le file del partito.

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CONVITATO DI PIETRA La sensazione di FI è che dopo la sentenza della consulta sul jobs act il voto anticipato sia scongiurato ma comunque, nell’incertezza, a via del Plebiscito si studiano le contromosse nel caso si vada alle urne prima della scadenza naturale della legislatura. A fare da convitato di pietra della riunione a palazzo Grazioli è stato il leader della Lega Nord Matteo Salvini. I progetti del segretario del Carroccio viaggiano su un altro binario rispetto ai progetti del Cavaliere che è convinto che alla fine i lumbard non rinunceranno a trovare un’intesa nel centrodestra: se a giugno non ci sono le politiche – si è osservato a palazzo Grazioli – ci sono comunque le elezioni amministrative e Salvini sarà interessato a non restare fuori dalla partita. Infine, ultimo punto in agenda ma per questo non meno importante, il solito problema dei conti in rosso del partito. L’argomento sarà oggetto di un’ufficio di presidenza con il tesoriere del partito Messima ma all’ex premier è stato ricordato che il 2017 sarà l’ultimo anno dei finanziamenti pubblici ai partiti per cui occorrerà studiare nuove formule per rimpinguare le casse del partito oltre che a fare un censimento degli iscritti con la richiesta di saldare le loro quote.

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