di Maurizio Balistreri
Non guarda certo di buon occhio il governo Renzi che chiede “alla Sicilia tagli al limite del ‘rigor mortis’”. E’ un fiume in piena, il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, nei confronti dell’esecutivo romano. Per il presidente della Regione Siciliana, invece, “il rigore non può uccidere la Regione, ma deve servire al rilancio”. Non riesce a digerire il taglio dei fondi Pac effettuato dal suo compagno di partito, “è inconcepibile e delittuoso”, continua a ripetere, ricordando che “dentro quei fondi c’è l’accordo di Termini Imerese, c’è l’accordo di Gela. C’è in gioco il destino industriale siciliano”. Non si dà pace. “In fatto di sacrifici non abbiamo bisogno di lezioni da Roma. Solo nel 2013 abbiamo tagliato circa un miliardo e 700milioni di euro di spesa corrente strutturata che ha permesso di ridurre all’osso il bilancio”. In sostanza, “la Sicilia ha fatto un grande lavoro di spending review”, ricordando che “molti problemi vengono dal passato, ma altri vengono dal presente”. “Come quando – tuona – lo Stato blocca ad esempio 1,2 miliardi di trasferimenti che incidono sulla spesa”.
Sul fronte delle entrate nelle casse regionali, invece, Crocetta gongola: “In 20 mesi si è fatto 3 volte tanto quanto fatto in 5 anni precedenti”. Ed annuncia che “anche nel 2015 avremo un incremento delle entrate, e credo possa esserci una sottostima rispetto alle entrate proiettate nel 2014″.
