Dal Capo al Cairo, più vicino il sogno di mercato unico africano

Dal Capo al Cairo, più vicino il sogno di mercato unico africano
9 giugno 2015

Il sogno di un mercato unico africano, da Città del Capo al Cairo, comincerà a prendere forma domani con la firma, in Egitto, del Trattato di libero scambio che riunirà 26 Paesi africani, per un totale di circa 625 milioni di persone e un Pil di oltre 1.000 miliardi di dollari (900 miliardi di euro). A differenza di Asia ed Europa, dove la maggior parte degli scambi commerciale avviene a livello continentale, l’interscambio tra i Paesi africani è fermo al 12% dei loro complessivi flussi commerciali, a causa di complicate formalità doganali e costi commerciali più alti; inoltre, l’assenza di industrie locali – oltre l’80% della manodopera africana è impegnata in agricoltura di sussistenza e nel settore informale – limita fortemente l’import-export. Per questo, il Tripartite Free Trade Area che sarà firmato domani a Sharm el Sheikh è costituito da tre pilastri chiave: integrazione del mercato, sviluppo infrastrutturale e sviluppo industriale. L’accordo punta a creare nell’immediato zone di libero scambio per le merci, rimuovendo tariffe doganali e barriere non tariffarie e favorendo la libera circolazione degli imprenditori, per poi procedere alla liberalizzazione dei servizi e a incentivi per gli investimenti.

L’intesa sarà firmata domani nel vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi dei tre blocchi regionali impegnati da cinque anni nei negoziati: il Mercato comune dell’Africa Orientale e meridionale (Comesa), la Comunità dell’Africa Orientale (Eac) e la Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc). Alla firma saranno presenti anche i leader di istituzioni internazionali quali l’Organizzazione mondiale del Commercio e la Banca mondiale. Molto eterogenei, i tre blocchi in parte si sovrappongono: Comesa conta infatti 19 Paesi, Sadc 15 ed Eac cinque. Di fatto i Paesi coinvolti sono: Angola, Botswana, Burundi, Comore, RD Congo, Gubuti, Egitto, Eritrea, Etiopia, Kenya, Lesotho, Libia, Madagascar, Malawi, Maurizio, Mozambico, Namibia, Ruanda, Seychelles, Sudafrica, Sudan, Swaziland, Uganda, Tanzania, Zambia e Zimbabwe. Dal Capo al Cairo, l’accordo includerà quindi le due economie più sviluppate del continente, Sudafrica ed Egitto, e Paesi ad alto potenziale di crescita, come Etiopia e Kenya. Mentre non compare la Nigeria, primo Paese africano per Pil, grazie alla sua ricchezza petrolifera. “Il lancio della zona di libero scambio tripartita è una tappa importante per il continente africano … per creare una comunità economica africana – ha commentato il governo sudafricano, citato da Jeune Africque – è un messaggio forte, a dimostrazione che l’Africa si sta impegnando per la propria integrazione economica e per creare un ambiente favorevole al commercio e agli investimenti”.

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Nella Davos africana svoltasi la scorsa settimana a Città del Capo, il commissario al Commercio dell’Ua, Fatima Haram Acyl ha dichiarato che “l’Africa sorprenderà il mondo”: “Avremo il nostro mercato comune continentale”. Di fatto, l’accordo che sarà firmato domani in Egitto viene considerato il primo passo verso una zona di libero scambio continentale, che dovrebbe favorire un incremento di almeno il 25-30% degli scambi continentali nell’arco di un decennio. Prevista dall’Ua nel 2011, la zona di libero scambio continentale dovrebbe vedere la luce entro il 2017. I negoziati per l’accordo di libero scambio internazionale saranno lanciati al prossimo summit dei leader dell’Unione africana, in programma il 14 e 15 giugno a Johannesburg. L’intesa porterà alla creazione di un mercato di oltre 1,3 miliardo di persone per un Pil di oltre 2.000 miliardi di dollari.

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