Fassino continua l’esplorazione, paletti da Cp e Mdp

Fassino continua l’esplorazione, paletti da Cp e Mdp
Piero Fassino (S), Romano Prodi
18 novembre 2017

Continua il lavoro di ricognizione di Piero Fassino: l’incontro con i Verdi (“serve una svolta ecologista”, afferma la delegazione guidata da Bonelli) e con Democrazia Solidale di Dellai. Oggi e’ la volta di Giuliano Pisapia, mentre la prossima settimana e’ in programma l’incontro con i capigruppo di Mdp e di Sinistra italiana. L’ex sindaco di Torino ha indossato i panni dell’esploratore per cercare convergenze nella costruzione di un’alleanza ampia di centrosinistra. L’incontro con i presidenti di Camera e Senato e il faccia a faccia con Prodi sono per ora gli ‘step’ piu’ significativi di un percorso che prevede riunioni supplementari, quando si dovra’ stringere su una eventuale piattaforma programmatica comune. Il Pd in particolar modo punta ad assicurarsi l’apporto dell’ex sindaco di Milano. La posizione di Campo progressista e’ sempre la stessa: senza elementi di discontinuita’ qualsiasi tipo di dialogo e’ destinato ad essere improduttivo. Dal Nazareno, anche grazie alla disponibilita’ manifestata dagli esponenti centristi vicini a Pisapia, arrivano messaggi rassicuranti sulla possibilita’ di un esito positivo del confronto. “Non faremo sconti, siamo pronti ad andare da soli”, spiegano pero’ fonti parlamentari di Cp, “occorre una vera e propria svolta”. I temi sul tavolo sono emersi da tempo. La partita si gioca innanzitutto sulla legge di bilancio, visto che Campo progressista propone l’eliminazione dei superticket e chiede al governo di inviare un messaggio sulle pensioni e sull’occupazione. Dovranno arrivare anche segnali sul fronte dei diritti, dallo ius soli al biotestamento. Ma la trattativa sara’ soprattutto politica: ovvero Campo progressista chiede pari dignita’, “non faremmo certo da lista civetta”, e punta a tener fuori dalla coalizione destre ‘travestite’, come Alternativa popolare. Non ultima la questione della leadership, un argomento che – spiegano le stesse fonti – non puo’ essere procrastinato a dopo il voto.

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“E’ inutile discutere di chi ci sara’ dopo se poi non si vince. Il tema e’ vincere, e per farlo bisogna avere uno schieramento piu’ unito possibile e presentarsi con un programma credibile e coerente”, dice Fassino. L’esponente dem portera’ sul tavolo anche proposte sul lavoro, ma per incentivare quelli a tempo indeterminato, non per rimettere in discussione i principi del jobs act e ne’ per raddoppiare gli indennizzi per i licenziamenti senza giusta causa. Mdp tuttavia si aspetta un atteggiamento costruttivo del Pd proprio sulla questione dei contratti di lavoro. Il 20 nell’Aula della Camera si aprira’ il dibattito sulla proposta degli ex dem sul ripristino dell’articolo 18. “Se la bloccano e la rimandano in Parlamento significa che non vogliono cambiare registro”, rimarca uno dei fuoriusciti Pd. Mdp guarda gia’ all’appuntamento del 2 dicembre quando nascera’ la lista unitaria con Sinistra italiana. Sta aggiornando il programma presentato alla direzione con proposte da condividere con gli alleati, lavora al simbolo (martedi’ ci sara’ un incontro con un’agenzia grafica) nel quale non dovrebbe comparire la parola sinistra ma un riferimento al tema del lavoro. “Le assemblee stanno andando benissimo”, riferisce D’Attorre. Si sta lavorando su un progetto autonomo dal Pd anche se – sottolineano fonti parlamentari – “ci sara’ un atteggiamento aperto e si ragionera’ su basi di chiarezza qualora dovesse arrivare dal Pd un cambiamento di rotta profondo e radicale”. Al momento pero’, nonostante la disponibilita’ ad avviare un confronto, le distanze con il Pd restano tutte sul tavolo. E prima del 2 dicembre sembra difficile che possano ridursi. “La stretta finale sulla partita ci sara’ solo dopo l’assemblea costituente del nuovo soggetto”, sottolineano le stesse fonti. Una partita che si giochera’ anche sui rapporti di forza tra le forze politiche, “perche’ – dice senza mezzi termini un bersaniano – noi con Grasso leader valiamo piu’ del 10%”.

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