Giovani Confindustria bocciano Flat tax e la Fornero, ok Jobs act

Giovani Confindustria bocciano Flat tax e la Fornero, ok Jobs act
Il presidente degli under 40 dell'associazione degli imprenditori, Alessio Rossi
8 giugno 2018

I giovani di Confindustria sono d’accordo con il vicepremier e ministro Luigi Di Maio “quando afferma che il problema più lacerante di questo Paese è la disoccupazione giovanile”. Aprendo il meeting di Rapallo, il presidente degli under 40 dell’associazione degli imprenditori, Alessio Rossi, dice che “dobbiamo proseguire con il lavoro già iniziato e la riduzione del cuneo fiscale per gli under 35”.

Rossi è consapevole che i giovani imprenditori non saranno sempre d’accordo con il Governo e “sarà proprio in questi momenti che dovremo parlarci in maniera laica. Ribadiremo che il Jobs act ha creato 850mila posti di lavoro in più e questo per noi è un risultato positivo, importante. La legge Fornero è un mattone della sostenibilità dei conti pubblici: perché non c’è giustizia nell’indebitare la nostra generazione, già subissata dal debito”. Creare lavoro per chi dà lavoro “è un buon punto di partenza – prosegue – ma non ci basta. Non è lo Stato che deve creare lavoro o reddito. A quello ci pensa l’impresa. Lo Stato deve essere abilitatore di crescita.”. Per questo “abbiamo bisogno di continuare con il piano Impresa 4.0, di energia a basso costo, di un sistema di tassazione chiaro – aggiunge Rossi – non vogliamo pagare meno degli altri, vogliamo essere trattati con equità dal fisco. E se la flat tax è insostenibile per le casse dello stato, diciamo: no, grazie”.

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Per i giovani di Confindustria “serve una tassazione giusta, non piatta. Sostenibile. Il programma di Governo ha a cuore la sostenibilità, ma con una visione che non valorizza il ruolo delle imprese. Senza di noi, senza le imprese italiane, non c’è modo di raggiungere alcun obiettivo”. Secondo i giovani di Confindustria servono investimenti per un Paese sostenibile dal punto di vista energetico e delle infrastrutture. “Bisogna scegliere – dice Rossi – o facciamo l’auto elettrica che non inquina o restiamo al chiodo perché il Tap rovina gli ulivi, le trivelle inquinano il mare, le centrali elettriche deturpano l’ambiente. Abbiamo bisogno di Tap, Terzo Valico e Tav: avere centinaia di camion che attraversano quotidianamente la Val Susa non è sostenibile”.

Le infrastrutture del futuro “saranno ferrovie ultraveloci, autostrade di dati, porti e retroporti collegati da snodi viari intelligenti e interconnessi – continua – l’Italia dovrebbe essere la piattaforma logistica d’Europa. Un esempio per tutti: l’aeroporto di Firenze è un’infrastruttura strategica per lo sviluppo territoriale e industriale. Non possiamo permetterci di far perdere alla Toscana e all’Italia posti di lavoro e investimenti internazionali. Le infrastrutture, quelle materiali e quelle immateriali, sono fondamentali per la crescita e l’innovazione”.

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