Indagato neo deputato Lega in Sicilia, Salvini convoca vertici

Indagato neo deputato Lega in Sicilia, Salvini convoca vertici
Alessandro Pagano (s) e Salvino Caputo
4 aprile 2018

Lega nella bufera in Sicilia. Due dirigenti palermitani, i fratelli Salvino a Mario Caputo, arrestati. I due coordinatori regionali, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile, indagati quali “istigatori”. Attentato contro i diritti politici del cittadino e associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e alla compravendita di voti, i reati a vario titolo contestati. Posti di lavoro e altri favori in cambio di voti, insomma. I carabinieri hanno posto ai domiciliari i fratelli Salvino a Mario Caputo: il primo avvocato ‘acchiappa-voti’ ex sindaco di Monreale, quattro volte deputato regionale, con una storia nel Msi, in An e Pdl, prima di approdare nel movimento Noi con Salvini con l’incarico, nel febbraio 2017, di commissario straordinario; il secondo. candidato non eletto alle Regionali del 5 novembre. Ai domiciliari su richiesta della procura di Termini Imerese anche un ‘procacciatore di voti’ Benito Vercio. Nel corso delle indagini ricostruiti dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altri favori. Il gip parla di gravi indizi di colpevolezza. E soprattutto su Salvino Caputo il procuratore Ambrogio Cartosio e’ lapidario: “Il voto di scambio era un’attivita’ che esercitava in modo sistematico”.

L’ecamotage

L’escamotage – vista l’incandidabilita’ di Salvatore Caputo, detto “Salvino”- e’ bello e servito. E’ immortalato dalle intercettazioni nei dialoghi tra Angelo Attaguile e Alessandro Pagano, coordinatori regionali nella Sicilia orientale e in quella occidentale di Noi con Salvini, tra gli indagati nell’inchiesta. Nella misura emessa dal gip di Termini Imerese infatti vengono snocciolati i fatti risalenti alle ultime elezioni regionali (novembre 2017). Al coordinatore del movimento in Sicilia occidentale Pagano, indagato, come detto, neo eletto alla Camera, la procura di Termini Imerese chiede l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni emerse nei suoi confronti. “Protagonista assoluto e’ Salvatore Caputo, detto Salvino, nominato commissario straordinario del movimento Noi con Salvini per i comuni della Provincia di Palermo… puo’ considerarsi un dato certo – si legge nella misura che dispone gli arresti per i due fratelli e un procacciatore di voti – che Caputo era intenzionato a candidarsi alle regionali. E proprio a tal fine essendo stato condannato per tentato abuso di ufficio aveva presentato istanza di riabilitazione”. Caputo apprende il 29 settembre del “rigetto” della sua istanza (e dunque della sua incandidabilita’) e contatta l’avvocato e docente universitario (ora attuale assessore regionale all’Economia), Gaetano Armao. “Quest’ultimo, dopo aver espresso il suo parere – si legge nel provvedimento – gli prospettava la possibilita’ di candidare il fratello…”. Sempre il 29 settembre Caputo e Alessandro Pagano parlano al telefono.

L’intercettazione

Il primo “riferiva falsamente che il provvedimento di riabilitazione era stato rinviato a data successiva al 5 ottobre 2017 (celando il rigetto) e che pertanto non avrebbe potuto candidarsi… proprio in quel momento nasce l’idea di candidare un familiare di Caputo sfruttando il cognome, cosi’ da potere trarre in inganno gli elettori – scrive il gip -sulla persona fisica effettivamente candidata e da loro votata. Dice Pagano: ‘senti tu mi devi fare una cortesia… noi non possiamo prendere settemila voti, seimila, e buttarli al macero, scusami, male che va candidi a tuo figlio…cioe’ tu continua a essere piu’ forte di tutti.. io so gia’ la soluzione qual e’ Caputo senza fotografie e Gianluca non so come si chiama tuo figlio, detto Salvino, punto… basta… e’ cosi’… funziona cosi'”. La proposta fatta dall’onorevole Pagano – si legge ancora – veniva condivisa e fatta propria anche dall’onorevole Angelo Gioacchino Attaguile che (sempre lo stesso giorno alle 18.13) riferiva a Salvino Caputo: “ho parlato con Alessandro… la soluzione che ha posto lui e’ ottima…”. Sono venti gli indagati dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese non solo per “compravendita di voti” ma anche per il reato di “attentato contro i diritti politici del cittadino”. Gli indagati, secondo gli investigatori, avrebbero indotto con l’inganno gli elettori all’esercizio del loro diritto politico “in senso difforme dalla loro volonta’”. Tra loro anche un assessore di Termini, alcuni consiglieri e dipendenti comunali. E proprio l’assessore comunale alla Pubblica istruzione di Termini Imerese, Loredana Bellavia, tra gli indagati nell’inchiesta, si è dimessa.

Salvini convoca a Roma i vertici regionali 

“La nostra amministrazione – dice il sindaco Francesco Giunta – e’ del tutto estranea ai fatti contestati, asseritamente riferiti al periodo elettorale. Come per altri casi analoghi, che hanno coinvolto esponenti della sinistra, riteniamo che si debbano evitare gli schiamazzi, attendendo rispettosamente che la magistratura faccia il suo lavoro”. L’indagine partita da un esposto anonimo dell’aprile 2017 – e’ tutt’altro che conclusa. Lo conferma il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, che in merito alle posizioni di Pagano e Attaguile afferma: “Sull’argomento non posso dire nulla. Le indagini proseguono”. Ma su Salvino Caputo e’ esplicito: “Il voto di scambio era un’attivita’ che esercitava in modo sistematico”. L’avvocato penalista palermitano, Nino Caleca, che assiste il deputato della Lega indagato fa sapere che “Alessandro Pagano dara’ il consenso all’uso delle intercettazioni. Quale coordinatore della Lega ha sempre operato in difesa dei principi di correttezza e legalita’. Tengo a precisare che fino ad ora non abbiamo ricevuto nessun atto da parte dell’autorita’ giudiziaria”. E intanto, il leader della Lega Matteo Salvini ha convocato per domani mattina a Roma i vertici siciliani di Noi con Salvini, costola regionale del suo partito. Salvini vuole rendersi conto della situazione e, affermano le stesse fonti, si sarebbe detto pronto a commissariare il movimento in Sicilia dove alle recenti Politiche ha ottenuto quasi il 5,5% dei consensi.

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