Legge elettorale, la protesta dei piccoli partiti che ora guardano a Colle

Legge elettorale, la protesta dei piccoli partiti che ora guardano a Colle
7 giugno 2017

Sale la protesta contro la legge elettorale targata Pd-M5s-FI-Lega e soprattutto contro l’eventualita’ di andare al voto anticipato a settembre. “E’ un colpo di Stato”, ribadiscono in coro i centristi e le altre formazioni che rischiano di non riuscire a superare la soglia del 5% e che si appellano al presidente della Repubblica. “Dovrebbe bloccare questa accelerazione che mette a rischio il Paese”, osserva un alfaniano. C’e’ anche chi vorrebbe fare una sorta di ‘santa alleanza’ contro Renzi, tanto che un deputato dell’Udc e uno di Fdi oggi in Transatlantico ragionavano sulla convenienza di una possibile lista comune tra tutti i ‘piccoli’. Una strada non percorribile ma in ogni caso aumentano le tensioni sulla legge elettorale. Alfano, nel ribadire che si dialoga con tutti, anche con Verdini, ha ribadito che il “l’inciucellum’ e’ incostituzionale, che il Pd vuole far cadere il governo. In realta’ anche tra chi ha sottoscritto il ‘patto’ restano i timori sui voti segreti. “Sulle preferenze e sulla parita’ di genere da domani si rischia”, il sospetto per esempio nel partito azzurro. Il capogruppo dem Rosato ha gia’ messo a verbale che chiedere lo scrutinio segreto sarebbe da “irresponsabili”. Ma dal momento in cui si comicera’ a pronunciare l’Aula c’e’ chi non esclude sorprese. I numeri pero’ per portare a termine l’operazione ‘Fianum’ ci sono. Qualche dubbio e’ legato ai Cinque stelle ma Grillo ha chiarito che si va avanti. E fonti parlamentari si dicono certe che il Capo dello Stato Mattarella non ostacolera’ il patto a quattro e che se si esprimera’ la volonta’ dei maggiori partiti di andare verso il voto anticipato ne prendera’ atto.

Dopo le amministrative il quadro sara’ piu’ chiaro, si capira’ se il treno sulla legge elettorale correra’ ancora piu’ forte oppure si registreranno frenate. In calendario ci sono altri provvedimenti (e’ tornata ad affacciarsi l’ipotesi di una fiducia sul processo penale) ma chiaramente i fari sono puntati sulle regole del voto. Nei dem si sottolinea che la partita sulla legge elettorale deve essere separata da quella sulle urne anticipate. Ma c’e’ appunto la convizione che il percorso che porta al voto in autunno sia tracciato. Prevederebbe una presa d’atto del Capo dello Stato sull’intesa tra i quattro partiti, un possibile anticipo della nota di aggiornamento al bilancio a fine luglio da inviare a Bruxelles, le dimissioni del premier (senza una convocazione di una direzione Pd), lo scioglimento delle Camere a fine luglio e poi le urne a settembre. Si vedra’ nei prossimi giorni quale sara’ lo scenario che si delineera’ ma oggi contro il sistema tedesco e soprattutto l’accelerazione verso la fine anticipata della legislatura si e’ alzata la voce di Napolitano. Che si somma a quelle di Prodi, Veltroni, Letta e di altri esponenti del Pd. Tutti contro la corsa alle urne e la possibilità di fare campagna elettorale ad agosto. “Noi – dice un ‘big’ M5s – siamo pronti ad andare anche in spiaggia pur di andare a votare”. “E’ chiaro il patto – l’accusa che arriva da Ap -: campagna elettorale sugli schermi di Rai, Mediaset e sulla rete, l’intesa a quattro si giochera’ anche sulla pax televisiva”. Al momento pero’ non ci sarebbe ancora un’intesa tra Pd e FI sul successore di Campo Dall’Orto a viale Mazzini. L’ultimo nome e’ quello di Eleonora Andreatta a capo di Rai Fiction. “Ci sono prove per un nuovo patto del Nazareno, in vista delle prossime elezioni”, accusa il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Fico.

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