Legge elettorale, Pd accusa M5s. Ma in casa Dem è allarme franchi tiratori

Legge elettorale, Pd accusa M5s. Ma in casa Dem è allarme franchi tiratori
7 giugno 2017

La discussione della legge elettorale alla Camera non fa in tempo ad entrare nel vivo che l’intesa già traballa. E se il Pd accusa il M5s di voler rompere il patto, a impensierire i Dem sono soprattutto i franchi tiratori. Per respingere le pregiudiziali, a voto segreto, stamani hanno votato 310 deputati, ma la somma dei quattro partiti che hanno trovato l’intesa sulla legge elettorale (Pd, Fi, M5s e Lega) porterebbe a una quota di circa 450 voti. Anche tenendo presenti le assenze “giustificate” (una trentina di parlamentari in missione) all’appello ne sono mancati ben più di cento. A favore avevano votato in 184. Nel pomeriggio nel primo (e per ora unico) voto segreto, i sì sono stati 220 e i no 317. Poco prima, a voto palese, un emendamento era stato respinto con 446 voti. Dunque 129 parlamentari, nel segreto dell’urna, hanno votato diversamente dalle indicazioni dei rispettivi gruppi. “Nelle pregiudiziali ci sono stati 100 voti in meno rispetto alla sommatoria dei 4 gruppi, vi ricordo cosa accadde quando furono 101…”, ha detto il capogruppo Dem Ettore Rosato, parlando all’assemblea dei deputati Pd convocata nel primo pomeriggio. Un riferimento a quando Romano Prodi non fu eletto presidente della Repubblica a causa dei voti contrari del suo stesso partito.

Certo, Rosato ha escluso che “siano nel gruppo Pd, che è compatto”, ma ha chiesto a tutti “responsabilità”. Del resto, a taccuini chiusi, la ricostruzione di molti deputati renziani è diversa. “Tra di noi i franchi tiratori sono stati almeno una ventina – spiega un parlamentare vicino al segretario, che insieme a due colleghi sta facendo i conti in Transatlantico -. Domani cercheremo di capire meglio chi sono. A occhio direi i veltroniani, qualche orlandiano, qualche cane sciolto che sa di non essere rieletto”. “Del resto – aggiunge un altro deputato Dem – a causa del combinato disposto legge elettorale che non piace e voto anticipato i mal di pancia ci sono e potrebbero anche crescere”. E potrebbero emergere nei voti segreti su alcuni temi controversi, come le preferenze e le quote di genere, non a caso citate da Rosato come esempio del fatto che “se saltano salta la legge, per noi è morta”. E il timore è che i numeri dei franchi tiratori possano crescere. “Se si rimette in discussione l’accordo come vuole il M5s anche per noi cambia tutto”, afferma un deputato orlandiano. Intanto l’area che fa riferimento al ministro della Giustizia ha respinto la richiesta della maggioranza Pd di ritirare i propri emendamenti.

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In questa situazione, Matteo Renzi al momento se la prende contro i grillini che, dopo due giorni, “cambiano idea sulla legge elettorale che loro stessi hanno voluto e votato”, ma ai piani alti del Nazareno è scattato l’allarme. E anche un avvertimento. “Se c’è qualcuno che pensa di affossare la legge per non andare a votare – riflette un esponente Dem di primissimo piano – forse ha sbagliato calcolo. C’era un solo colpo da sparare, se non va non è che si ricomincia da capo. Il 5 dicembre il presidente della Repubblica ha detto che il Parlamento doveva fare la legge elettorale. Se questa non passa il capo dello Stato, ma anche il presidente del Consiglio, credo, dovranno prendere atto dello stato delle Camere. E se il Parlamento non è in grado di fare la legge elettorale quando i quattro partiti più grandi hanno trovato un accordo forse la cosa più logica non è prolungarne la vita ma interromperla”. Tradotto: se salta la legge si va a votare con un decreto che armonizza il Consultellum. O almeno, questo sarà il tentativo.

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