Mali oggi alle urne per le presidenziali, si temono violenze. L’uscente Keita corre per secondo mandato. 30mila poliziotti mobilitati

Mali oggi alle urne per le presidenziali, si temono violenze. L’uscente Keita corre per secondo mandato. 30mila poliziotti mobilitati
Ibrahim Boubacar Keita
29 luglio 2018

Più di otto milioni di maliani sono chiamati oggi alle urne per le elezioni presidenziali che vedono il Capo di Stato uscente, Ibrahim Boubacar Keita, correre per un secondo mandato contro altri 23 candidati, tra cui il leader dell’opposizione Soumaila Cissé, l’ex ministro delle Finanze già sconfitto da Keita nel 2013. La Comunità internazionale, presente militarmente con la missione Onu Minusma e la forza francese Barkhane, spera che questo voto rilanci l’accordo di pace firmato nel 2015 dal governo con gli ex ribelli a maggioranza Tuareg, la cui applicazione stenta a decollare, tanto che il Paese è da quasi quattro anni in stato di emergenza.

E nel frattempo la violenza jihadista si è diffusa dal Nord al Centro e al Sud del Paese, fino a investire i vicini Burkina Faso e Niger, spesso andando a innestarsi su conflitti tra comunità. Keita è stato accusato dall’opposizione di malgoverno e di fallimento sul fronte della sicurezza. Quasi 300 civili sono rimasti uccisi dall’inizio dell’anno in scontri tra comunità. Ancora mercoledì scorso almeno tre civili Fulani sono morti nel centro del Mali in un attacco attribuito a cacciatori. La comunità Fulani, divisa tra agricoltori e pastori nomadi, ha denunciato spesso di essere vittima di abusi da parte delle comunità di agricoltori Bambara e Dogon nella lotta contro i jihadisti, e ha accusato le autorità di ignorarli, se non di sostenere tali abusi.

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Il presidente ha riconosciuto che la violenza “si è diffusa al Centro del Mali”, ma ha sottolineato che lo Stato sta facendo uno “sforzo finanziario colossale” per combatterla. Sono oltre 30.000 gli agenti delle forze di sicurezza mobilitati per garantire le operazioni di voto. Nelle regioni del Nord del Paese, dove lo Stato è poco o per niente presente, saranno i gruppi armati che hanno firmato l’accordo di pace del 2015 a garantire la sicurezza durante il voto. La campagna elettorale è stata segnata da polemiche sulle liste elettorali, con l’opposizione che ha denunciato il rischio di brogli.

L’Unione europea ha inviato circa 100 osservatori, guidati dall’eurodeputata ed ex ministra italiana Cecile Kyenge, che due giorni fa ha lanciato un appello perché siano garantiti una “maggiore trasparenza” e accesso a tutti gli osservatori, compresi i 3.000 maliani. L’affluenza alle urne è tradizionalmente bassa in Mali al primo turno, pari a circa il 50%. I primi risultati del voto sono attesi nell’arco di 48 ore, mentre i dati ufficiali non oltre il 3 agosto. Per il 12 agosto è fissato l’eventuale ballottaggio.

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