Morto Stefano Rodotà, nel 2013 con M5s aveva sfiorato il Quirinale

23 giugno 2017

E’ morto a Roma all’età di 84 anni Stefano Rodotà. Intellettuale di sinistra , si era sempre contraddistinto per la sua liberta’, dalla militanza radicale alla presidenza del Pds. È arrivato a sfiorare il Quirinale, spaccando la sinistra. Una vita tra il mondo accademico e la politica, quella di Rodotà, creando longeve scuole di pensiero ma anche corpose polemiche. Celebrando la sua vita non si poteva non partire dall’ultimo tratto, quello del 2013, quando il Movimento 5 Stelle scelse proprio il professore come proprio candidato al Quirinale per la successione di Giorgio Napolitano. Erano i primi, concitatissimi giorni dell’inizio di questa legislatura. Il sistema italiano era stato spaccato in tre metà perfette dal voto delle elezioni politiche e l’ex presidente della Repubblica era alla fine del suo settennato: il Pd di Bersani si impantanò su Franco Marini prima e Giuliano Amato poi, Berlusconi non gradiva figure alla Romano Prodi e il Movimento 5 Stelle lanciò per la prima volta la sua piattaforma web per la scelta di candidato alla carica istituzionale più alta. Rodotà, in realtà, si classificò terzo nelle preferenze degli iscritti, ma la rinuncia della giornalista Milena Gabanelli e di Gino Strada gli aprirono le porte della contesa. In quelle giornate tra marzo e aprile piazza Montecitorio fu presa d’assalto da militanti e cittadini comuni che inneggiavano il suo nome, ma alla fine Napolitano rimase al Colle e tra Rodotà e Grillo volarono anche parole grosse. Rodotà, raffinato giurista, era nato a Cosenza, ma si era laureato alla Sapienza di Roma in Giurisprudenza. Si iscrisse al Partito Radicale di Mario Pannunzio e rifiuto’ invece per due volte, nel 1976 e nel 1979 la candidatura in parlamento che gli era stata offerta da Marco Pannella. Nel ’79 venne eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 venne rieletto e divenne presidente del gruppo parlamentare della Sinistra Indipendente. Partecipo’ alla prima e alla seconda Commissione bicamerale per le riforme istituzionali e nel 1989 assunse l’incarico di ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal Pci di Achille Occhetto. Rodotà è stato anche il primo presidente del Garante per la protezione dei dati personali dal 1997 al 2005. La camera ardente per Stefano Rodotà, scomparso oggi, verrà allestita a Montecitorio e sarà aperta al pubblico domani dalle 16 alle 20 e domenica dalle 10 alle 19.

GRASSO  “Addio a Stefano Rodotà: insigne giurista, uomo delle Istituzioni, intellettuale che ha dato moltissimo al nostro Paese. Ho avuto tante volte l’occasione di incontrarlo e confrontarmi sul tema dei diritti, a lui particolarmente caro e al quale ha dedicato decenni di impegno: ne ricordo l’intelligenza vivace e la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi profondamente complessi. Ci mancherà”. Lo scrive il presidente del Senato, Pietro Grasso, su facebook.

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SPERANZA “Scompare uno dei più grandi giuristi italiani. E un uomo di sinistra attento e critico. Una grande perdita per tutti”. Così via Twitter il commento di Roberto Speranza sulla scomparsa di Stefano Rodotà.

BOLDRINI “Con Rodotà perdiamo uno straordinario giurista che si è battuto per il diritto di avere diritti anche nell’età digitale”. Lo ha scritto su Twitter la presidente della Camera Laura Boldrini.

MATTARELLA Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, profondamente colpito dalla scomparsa di Stefano Rodotà, in un messaggio alla famiglia ne ricorda “le alte doti morali e l’impegno di giurista insigne, di docente universitario, di parlamentare appassionato e di prestigio e di rigoroso garante della Privacy”. “La sua lunga militanza civile al servizio della collettività – ricorda Mattarella – è stata sempre contrassegnata dalla affermazione della promozione dei diritti e della tutela dei più deboli”.

PRODI Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Stefano Rodotà. Il nostro Paese con lui perde un attento studioso delle istituzioni italiane e un attivo partecipante alla nostra vita politica. Il mio pensiero va alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene”. Lo ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.

FINOCCHIARO “La scomparsa di Stefano Rodotà ci addolora. Anche al di là delle sue esperienze politiche, con lui perdiamo un giurista che ci ha guidato sulla strada delle sfide che i temi della modernità hanno posto al diritto”. Lo afferma la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.

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SORO “La morte di Stefano Rodotà – proprio nel ventennale della legge sulla privacy da lui fortemente voluta – è una perdita incolmabile, in particolare per l`Autorità che egli per primo ha presieduto e per la quale continua a rappresentare un punto di riferimento insostituibile”. Lo ha detto Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante della privacy. “Il nostro Paese – e non solo – deve a lui molto, quasi tutto, di quel diritto fondamentale alla protezione dei dati personali, che rappresenta sempre di più la garanzia di libertà nella società digitale. Personalmente – ha concluso Soro – perdo un amico indimenticabile”.

SCOTTO “Addio a Rodotà. Un gigante della sinistra. Ci hai educato a combattere per allargare la frontiera dei diritti e delle libertà. Il tuo insegnamento è stato quello di trasmettere alle giovani generazioni un’idea della Costituzione come materia vivente per cui vale la pena impegnarsi tutti i giorni”. Lo dichiara il deputato di MDP Arturo Scotto.

CICCHITTO  “Ho conosciuto Rodotà da studente ed egli era assistente a diritto privato. Poi nel partito radicale.
Ovviamente negli ultimi anni non ho condiviso le sue posizioni. Adesso l’onore delle armi”. Lo ha detto Fabrizio Cicchitto, di Alternativa popolare.

 

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