Nasce la giunta Musumeci, Lega fuori. La furia di Salvini

Nasce la giunta Musumeci, Lega fuori. La furia di Salvini
Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci
29 novembre 2017

Nasce la Giunta ed esplode il centrodestra. A meno di ventiquattr’ore dal varo dell’esecutivo siciliano, è già scontro nella coalizione che poco più di venti giorni fa ha fatto eleggere Mello Musumeci governatore della Sicilia. Una poltrona di assessore, l’oggetto del contendere. E così i leghisti sono sul piede di guerra. “Noi fuori dalla Giunta? Mi hanno fatto un favore per un certo verso”, reagisce Matteo Salvini non avendo riscontrato un suo uomo nella lista dei dodici componenti dell’esecutivo. Il Carroccio non intende mollare, d’altronde ha il coltello dalla parte del manico, come si usa dire. E ciò, nonostante abbia un solo deputato al parlamento siciliano, Tony Rizzotto. Una sorte di “Scilipoti” in grado di mettere in difficoltà la maggioranza dato che può disporre di trentasei deputati su settanta. I primi segnali li dà lo stesso leader del Carroccio: “Voteremo i provvedimenti che condivideremo, se ci sara’ qualche tentativo di ritorno alla Sicilia che vogliamo superare, valuteremo”. E il messaggio sembra essere pure indirizzato a Arcore. Di certo la giunta Musumeci nasce tra il vecchio e il nuovo. A partire dal vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, già componente dell’esecutivo Lombardo e molto gradito a Silvio Berlusconi. O come l’ex assessore di Salvatore Cuffaro, Roberto Lagalla, a cui andrebbe la delega della Formazione professionale. Per il resto sono nomi nuovi nel ruolo di assessori, ma non certo in quello politico. Toto Cordaro, in quota Popolari e autonomisti di Saverio Romano, sarà assessore al Territorio, ma proviene da una scuola democristiana e da più di una legislatura all’Ars.

Un ex Fi, fino alla scorsa legislatura e ora Udc, è Vincenzo Figuccia a cui andrà la delega sui Rifiuti. Altro storico democristiano è Mimmo Turano, anch’egli più volte all’Assemblea regionale e ora pronto a guidare le Attività produttive. Nella lista c’è Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte, avrà un assessorato a tempo determinato, quello dei Beni culturali, in quanto è già pronto per spiccare il volo per un posto al parlamento nazionale. A completare il neo esecutivo, il catanese forzista Marco Falcone, destinato alle Infrastrutture, la deputata uscente, Bernadette Grasso, che sembra virare sulle Autonomie locali, nonche’ Edy Bandiera, siracusano, prossimo all’Agricoltura. Il neo governatore opziona la Sanita’ per un suo fedelissimo, Ruggero Razza. Per Fratelli d’Italia arriva Sandro Pappalardo, esponente catanese, a cui è stata affidata la delega del Turismo. E l’Mpa di Raffaele Lombardo, riesce a inserire la presidente dell’Ordine dei farmacisti di Caltanissetta, Mariella Ippolito, per la quale e’ stata pensata la delega alla Famiglia e al Lavoro. La Ippolito, per la cronaca, proviene da una candidatura alla Camera dei deputati, nel 2013, con la ‘Rivoluzione civile’ di Antonio Ingroia. Come dire, la politica non ha confini. Ma sembra avere una logica se, come si dice, la mossa di piazzare la Ippolito è utile anche a blindare la corsa del commissario azzurro, Gianfranco Miccichè, verso la presidenza dell’Ars. Oggi pomeriggio è già in programma la prima giunta dell’era Musumeci.

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