Norme Governo su falso in bilancio, ddl anticorruzione si sblocca. Ecco cosa prevede

Norme Governo su falso in bilancio, ddl anticorruzione si sblocca. Ecco cosa prevede
17 marzo 2015

di Maurizio Balistreri

Ieri nel giorno del nuovo scandalo per tangenti pagate per le opere pubbliche la nuova legge anti-corruzione bloccata in Senato è ri ha ribattuto un colpo: il governo ha presentato la sua proposta sul reato di falso in bilancio. Che ha raccolto l’ attenzione da parte di tutti i vertici istituzionali, dal presidente del Consiglio Matteo Renzi al ministro della Giustizia fino al presidente della Repubblica, seppure non direttamente coinvolto nella vicenda. La commissione Giustizia del Senato ha ripreso l’esame degli emendamenti al ddl anticorruzione con attenzione alle proposte di modifica del governo. Al di là delle modifiche presentate dall’esecutivo e che comunque dovranno essere esaminate, c’è da registrare, sia pure a volte non dichiarata esplicitamente, la soddisfazione da parte delle istituzioni per l’iter che il provvedimento sta seguendo. Su tutti il commento del ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha sottolineato come ci siano “tutte le condizioni per rispettare i tempi per l’arrivo in aula del testo. Un testo equilibrato, efficace e incisivo – ha aggiunto – un testo che colma le lacune e che può mordere il fenomeno della corruzione”.

GRASSO Il commento del presidente del Senato Pietro Grasso è addirittura al limite del religioso: “Alleluia, alleluia – ha detto – finalmente c’è una buona notizia, il famoso emendamento sul falso in bilancio è stato presentato”. Non poteva mancare il Tweet del presidente del Consiglio Matteo Renzi che non ha evitato di dire che “contro corruzione proposte governo: pene aumentate e prescrizione raddoppiata. E l’autorità oggi è legge con presidente Cantone”. E non è evidentemente a caso il coinvolgimento oggi di Raffaele Cantone, ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro che potrebbe inserirsi non a caso con l’esame del provvedimento anticorruzione al Senato. Il capo dello Stato ovviamente non può e non vuole intervenire, come da mandato costituzionale e consuetudine, sulle vicende parlamentari ma non può essere letto come un caso il colloquio di questa mattina al Quirinale con Cantone. Ma sui tempi dell’approdo in aula del ddl anticorruzione resta l’incertezza. Grasso aveva assicurato l’ok entro la settimana. Il presidente della commissione Giustizia Fi Francesco Nitto Palma parla della prossima. Domani alle 13 la conferenza dei capigruppo dovrebbe chiarirre. “Nessuni pensi di ritardare di nuovo il voto del Senato”, hanno avvvertito i Cinque Stelle.

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L’EMENDAMENTO L’emendamento che prevede pene più severe e una prescrizione raddoppiata è osteggiato da Area popolare, l’ala centrista della maggioranza, perché considerato troppo severo. Nel testo, dunque, viene inasprita la pena della reclusione per le società quotate in Borsa colpevoli di falso in bilancio: da 3 a 8 anni di reclusione. Per lo stesso reato,invece, le società non quotate vengono punite con la pena che va da 1 a 5 anni, termine massimo che esclude l’utilizzo delle intercettazioni durante i relativi accertamenti. Una riduzione (in precedenza per le non quotate erano stati previsti da 2 a 6 anni) che era stata criticata proprio dal Pd. Il testo del governo prevede che sul falso in bilancio si proceda d’ufficio, tranne nei casi che riguardano le società non quotate al di sotto dei limiti di fallibilità, dove viene introdotta la procedura a querela. La proposta prevede anche, sempre per le società non quotate, che ai fini della non punibilità per particolare tenuità il giudice debba valutare “in modo prevalente, l’entità dell’eventuale danno cagionato alla società ai soci o ai creditori”. Entra, quindi, nel testo la norma sulla tenuità del fatto, varata dall’ultimo Consiglio dei ministri, introdotto nel Codice penale l’articolo 131 bis, con l’archiviazione di alcuni fatti di lievissima entità.

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