Ora legale, ipotesi fuso-orario. Bruxelles presenta la proposta di legge ed è già caos

Ora legale, ipotesi fuso-orario. Bruxelles presenta la proposta di legge ed è già caos
La commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc
15 settembre 2018

La proposta della Commissione di porre fine al cambio tra ora legale e ora solare, che lascia gli Stati membri liberta’ di scelta su quale orario adottare, rischia di portare al caos. “Teoricamente” e’ possibile che Stati membri vicini adottino orari diversi, e’ stata costretta a ammettere la commissaria ai Trasporti, Violeta Bulc, nel presentare la proposta legislativa per porre fine al cambi di ora semestrale. Lo scenario dell’Italia che adotta l’ora legale e la Francia l’ora solare, con conseguente cambio di lancette a Ventimiglia e Mentone, non e’ da escludere. Bulc e il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, non hanno escluso nemmeno la possibilita’ che venga introdotto un fuso-orario informale tra nord e sud, basato sugli assi latitudinali invece che su quelli longitudinali.

Leggi anche:
Autogol Lega su Autonomia, assente manda sotto maggioranza. E' caos

Germania e Finlandia vogliono farla finita con l’ora legale, che prolunga le gia’ lunghe serate estive di un’ora. Per contro, gran parte del Sud Europa preferirebbe conservare quell’ora in piu’. Nella consultazione pubblica lanciata dalla Commissione, i cittadini di Portogallo, Cipro e Polonia hanno detto che e’ meglio l’ora legale, mentre quelli di Finlandia e Danimarca quella solare. Il quotidiano belga Le Soir evoca la possibilita’ di un orario diverso tra Olanda e Belgio, anche perche’ le preferenze espresse dai cittadini dei due paesi divergono: gli olandesi preferiscono l’ora legale, mentre i belgi quella solare. Per l’esecutivo comunitario, in nome della sussidiarieta’, deve essere lasciata libera scelta agli Stati membri, chiamati a notificare la loro decisione su quale orarie conservare entro aprile 2019. “Procederemo in modo intelligente”, ha garantito Sefcovic, dicendosi fiducioso che gli Stati membri si coordineranno per “evitare qualsiasi complicazione”.

Leggi anche:
Gli Usa approvano gli aiuti per Ucraina, Israele e Taiwan:

Tra le possibili complicazioni c’e’ anche la Brexit, con Irlanda e Irlanda del Nord che potrebbero trovarsi con due sistemi diversi (e per sei mesi due orari diversi), se il Regno Unito uscisse dall’Ue senza un accordo e decidesse di mantenere il cambio tra ora legale e ora solare. Secondo la proposta della Commissione, “l’ultimo spostamento obbligatorio delle lancette, per passare all’ora legale, si verificherebbe domenica 31 marzo 2019”, la deadline di Brexit, appunto. “Successivamente, gli Stati membri che intendono passare in modo permanente all’ora solare potranno effettuare un altro spostamento delle lancette domenica 27 ottobre 2019. Dopo tale data non sara’ piu’ possibile effettuare cambi stagionali dell’ora”.

Leggi anche:
Vannacci: mi candido con la Lega da indipendente

L’obiettivo originale del cambio semestrale “non c’e’ piu'”, ha spiegato Sefcovic, ricordando che l’ora legale era stata introdotta nella prima guerra mondiale per risparmiare energia. La Commissione ha deciso si muoversi dopo che oltre un numero record di cittadini europei – 4,6 milioni – hanno risposto alla sua consultazione pubblica, anche se in gran parte dai paesi dove la questione e’ piu’ sentita, come Germania, Austria e Finlandia. Fino a pochi mesi fa, tra i 28 governi solo quello della Finlandia aveva chiesto di modificare il sistema. In un voto a febbraio, l’Europarlamento aveva rigettato l’ipotesi di abolire il cambio di ora, chiedendo alla Commissione di approfondire la questione. L’impressione di molti e’ che l’esecutivo Juncker abbia voluto accontentare l’opinione pubblica tedesca, nel momento in cui l’Ue e’ contestata anche nell’europeista Germania.

Leggi anche:
Moglie premier Sanchez sotto inchiesta per corruzione

Nel frattempo, la Commissione ha nascosto nei meandri dei suoi documenti i costi per imprese e famiglie, come la necessita’ di aggiornare i software di computer, tablet, smartphone gia’ programmati o di riprogrammare interi sistemi informatici. “Un cambio di sistema portera’ anche costi temporanei”, si legge nella valutazione di impatto contenuta nella proposta legislativa della commissione: “se i costi attuali generati dal cambio di orario semestrale scompariranno, ci saranno costi temporanei per passare a un nuovo regime senza cambi stagionali. I sistemi informatici dovranno essere riprogrammati e riconfigurati”. Questo e’ “critico” per sistemi come quelli della sanita’ e dei viaggi, riconosce il documento. “Nel settore dei trasporti, gli orari dovranno essere aggiustati”. Inoltre, sara’ “essenziale dare un certo tempo di adattamento per un cambiamento di questo tipo”. Invece, la Commissione Juncker ha deciso di correre. Ora la palla passa a governi e Europarlamento che dovranno esprimersi a maggioranza. L’esecutivo comunitario spera in un accordo entro il marzo 2019.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti