Cina, il comunismo diventa immortale. Xi presidente a vita

11 marzo 2018

Il parlamento cinese ha abolito il termine per i mandati presidenziali nel Paese: l’attuale capo dello Stato Xi Jinping potrà così rimanere alla guida della Cina al di là del termine previsto del 2023. I delegati chiamati ad esprimersi hanno approvato la misura con 2.958 voti favorevoli, due contrari e tre astenuti. I deputati dell’Assemblea nazionale del popolo hanno dunque accolto con favore la modifica della Costituzione, che limitava i mandati presidenziali a due, ciascuno per cinque anni. Per approvare l’emendamento era necessaria una maggioranza dei due terzi. L’emendamento include anche il “Pensiero di Xi Jinping” nella Costituzione, così come “il ruolo guida” del Partito Comunista Cinese (PCC) nel suo primo articolo. Annunciato appena due settimane fa, questo disegno di legge ha stupito parte dell’opinione pubblica, ma le voci critiche sui social media sono state rapidamente cancellate dalla censura. Il limite di due mandati presidenziali fu imposto nella Costituzione del 1982 dall’uomo forte del tempo, Deng Xiaoping, per evitare un ritorno al regime dittatoriale dell’era di Mao Tse-tung (1949-76). “Quarantadue anni dopo, nell’era di Internet e della globalizzazione, un nuovo grande leader, un nuovo tiranno alla Mao risorge in Cina”, ha denunciato il dissidente Hu Jia, interpellato al telefono dall’AFP nel Sud del Paese. Dunque, niente più limite del doppio mandato per il presidente e per il vice presidente della Repubblica Popolare Cinese. Si spiana cosi’ la strada a un incarico a tempo indefinito per l’attuale presidente, Xi Jinping, in attesa di essere rieletto al vertice dello Stato, come da ogni previsione, il 17 marzo prossimo.

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La rottura con il passato ratificata oggi, segue di pochi mesi la fine del diciannovesimo Congresso del Pcc, al termine del quale non era emerso un successore a Xi alla guida del partito tra i nuovi membri del Comitato Permanente del Politburo, il vertice del Pcc, nel quale siede lo stesso Xi. In quel caso si era trattato di una trasgressione a una consuetudine, quella di indicare un delfino tra i componenti dell’organo decisionale del partito, ma aveva lasciato intendere che Xi Jinping non avrebbe facilmente lasciato le redini del potere. La carica di presidente, di minore peso rispetto a quelle di segretario generale del Pcc e di capo della Commissione Militare Centrale, il vertice delle Forze Armate, e’ allo stesso tempo quella piu’ visibile a livello internazionale ed era soggetta, fino a oggi, al vincolo del doppio mandato, che sarebbe scaduto, per Xi, nel 2023. La decisione di eliminare il limite dalla costituzione sarebbe stata presa nel giro di pochi mesi. Secondo un rapporto ufficiale circolato tra i delegati all’Assemblea Nazionale del Popolo e citato dal South China Morning Post di Hong Kong, l’iter per arrivare all’approvazione di oggi sarebbe cominciato circa tre settimane prima dell’apertura dello scorso Congresso del Partito Comunista Cinese. A proporre l’abrogazione del vincolo costituzionale sarebbe stato per primo lo stesso Xi, il 29 settembre scorso, durante una riunione del Politburo, l’ufficio politico del partito composto da venticinque dirigenti di livello nazionale.

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A promuovere, assieme a Xi, l’emendamento alla Costituzione sarebbero stati in tre tra i dirigenti di alto livello del Pcc: Zhang Dejiang, presidente uscente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Wang Huning, il massimo teorico del Pcc, e Li Zhanshu, il capo dell’Ufficio Generale del Pcc. Questi ultimi due, stretti alleati di Xi, sono stati eletti tra i sette membri del Comitato Permanente del Politburo, poche settimane piu’ tardi. La rapidita’ con cui si e’ arrivati alla proposta formulata il 25 febbraio scorso e votata oggi, ha sorpreso gli analisti della scena politica di Pechino: nel 2004, all’ultima revisione costituzionale, erano occorsi sedici mesi di discussioni prima di votare per l’ingresso nella Costituzione della teoria delle “Tre rappresentanze”, il contributo ideologico dell’allora segretario generale del Pcc e presidente cinese, Jiang Zemin, un cambiamento molto meno controverso di quello attuale e non di rottura con il passato. Per sveltire i tempi dell’approvazione, secondo il documento circolato tra i delegati dell’Anp, si e’ reso necessario un nuovo round di consultazioni tra i veterani del partito, dopo il Congresso. “La leadership centrale del partito ha sollecitato le opinioni di un numero selezionato di anziani compagni all’interno del partito”, sottolinea il documento, assicurando che “hanno mostrato unanime sostegno” alle proposte di emendamento alla Costituzione, tra cui quella di eliminare il limite del doppio mandato per il presidente.

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