Primarie Pd, la sfida tra i tre candidati va in Tv. Colpi bassi tra Orlando e Renzi

27 aprile 2017

Renzi, Emiliano, Orlando da sinistra a destra, in un confronto aperto da una sigla in stile telequiz che fa sorridere l’ex segretario dem. A SkyTg24 va in scena il momento piu’ atteso della campagna per la segreteria. La trasmissione e’ condotta dal giornalista Fabio Vitale e si svolge secondo lo stesso format utilizzato nei precedenti appuntamenti: risposte scandite da un countdown da 1 minuto e 30 secondi al massimo, tre possibilita’ di replica da 30 secondi ciascuna, domande incrociate tra i candidati e dai supporter degli avversari, appello finale. I candidati, a differenza di edizioni precedenti, sono seduti. Una scelta che va incontro a Michele Emiliano, da settimane alle prese con un brutto infortunio al tendine d’Achille che gli ha impedito di fare campagna elettorale. Ma “seduto” il confronto lo e’ stato anche per i toni, quasi mai sopra le righe. Un fairplay rotto solo da un botta e risposta tra Matteo Renzi e Andrea Orlando sulle responsabilita’ del fiscal compact, sulla patrimoniale e sulle larghe intese. Ma andiamo con ordine. La discussione si apre su un tema al centro di tutta la campagna congressuale. Il rischio di un flop alle primarie e’ concreto. E allora: qual e’ la soglia minima perche’ le primarie siano un successo di partecipazione? “Tutto cio’ che ha la cifra un milione davanti va bene”, dice Renzi. Obiettivo poco ambizioso secondo Orlando, che ha subito ribattuto: “Io fisserei l’asticella ai due milioni di persone come disse Renzi nell’ultimo congresso del partito”. Altro tema caldo e’ la legge elettorale che, secondo Michele Emiliano, e’ quanto mai necessaria. “Se non ci si riesce va fatto un governo di solidarieta’ nazionale, di emergenza. Certo eviterei con assoluta sicurezza le larghe intese, hanno fatto male alla destra e a noi, bisognerebbe fare un governo di programma. Governo con Berlusconi? no”. Per Matteo Renzi “parlare di legge elettorale e di riforme e’ evocare una ferita”. “Volevo un sistema molto piu’ semplice di quello che abbiamo”, ha spiegato. “Purtroppo e’ andata male, pero’ lo avevamo detto: ora c’e’ la palude. Io vorrei una legge maggioritaria, non andare al voto con il proporzionale”. E sull’ipotesi di un governo con Berlusconi, l’ex presidente del consiglio ha sottolineato: “Lo hanno gia’ fatto in passato, comunque decidera’ il Parlamento”. Per Andrea Orlando, “si puo’ andare al voto un minuto dopo la legge elettorale, ma non si puo’ rimandare il paese a votare con questa legge, senza far scegliere quale governo vogliono, quali parlamentari vogliono, con due scenari: l’ingovernabilita’ o le larghe intese che non so tra chi sarebbero. Secondo me farebbero entrambe malissimo al paese e al Pd. La legge elettorale e’ priorita’ assoluta”.

Passando alla stretta attualita’, i tre candidati si sono confrontati sul caso Alitalia. “Nessuno nei governi di recente in carica ha osservato quello che accadeva in Alitalia, sono stati presi in contropiede su questo ennesimo disastro. Adesso qualcuno pretenderebbe di far fallire la compagnia, bisogna evitarlo a ogni costo. Si sono trovati i soldi per non far fallire le banche, si trovera’ anche il modo di salvare Alitalia”, ha detto Emiliano. Per Renzi, invece, “Alitalia e’ stata una saga, un festival degli errori. E’ assurdo che un paese come il nostro butti via questa occasione”, quindi “non piu’ soldi pubblici, ma una proposta del Pd al governo entro 15 giorni dall’elezione della segreteria, quindi entro il 15 maggio”. Orlando ha sottolineato come “dagli e dagli a disintermediare e a dire che i sindacati non servono, poi, diventa difficile gestire questo passaggio. Non bisogna lasciare soli i lavoratori”, quindi “no alla liquidazione. La politica faccia tutto il possibile” perche’ “dietro ogni posto di lavoro c’e’ una famiglia e la dignita’ e la liberta’ di una persona”. Il primo vero ‘scontro’ si consuma sugli 80 euro. “E’ evidente – ha attaccato Emiliano – che Renzi non e’ cambiato per nulla, e’ sempre lo stesso, pensa di risolvere i problemi con i bonus e non con i diritti, e’ una fissazione che abbiamo provato a togliergli ma e’ testardissimo nel proseguire negli errori”. La replica di Renzi: “Non c’entra quanto son cambiato io, parlare di mancanza di diritti sugli 80 euro vuol dire non sapere qual e’ la busta paga di un metalmeccanico”. Per Orlando, “gli 80 euro sono stati una scelta giusta ma isolata e contraddetta dal fatto che a qualcuno li abbiamo chiesti indietro”. Tuttavia, ha aggiunto, “bonus ci sono stati, forse chi detiene l’1% della ricchezza del paese dei 500 euro del bonus cultura non aveva bisogno. Quando si sbaglia diciamolo”. Tutti d’accordo, invece, sulla legge sul fine vita: “Sono cattolico e quando entro in chiesa mi tolgo il cappello non la testa, faccio politica da laico. Penso che in questa legislatura si sia fatto un passo avanti sui diritti. Sulla legge sul testamento biologico va bene quel che ha scelto il Parlamento”, ha scandito Renzi. Orlando, ribadendo di condividere la legge appena approvata dalla Camera, ha spiegato: “Credo che si possa dire ‘finche’ sei lucido, puoi decidere cosa fare'”. Parole speculari a quelle utilizzate da Emiliano: “Quando sono ancora lucido e nel pieno delle mie facolta’ vorrei poter chiedere che un trattamento sanitario non mi sia somministrato. Quindi il testamento biologico mi vede favorevole”, ha detto.

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Il coro dell’unanimita’ si spezza subito dopo, quando si passa a parlare della possibilita’ di introdurre una patrimoniale. Solo Matteo Renzi ha decisamente bocciato l’idea: “Una patrimoniale in questo momento non e’ una soluzione”, ha chiuso. “Favorevole”, invece, Michele Emiliano spiegando che bisognerebbe metterci mano “se non riusciamo a fare scendere la spesa pubblica. Se riusciamo a selezionare i tagli, non in modo lineare, e decidere cosa tagliare, bene. Senno’ bisogna chiedere a chi ha di piu'”. Dello stesso avviso Andrea Orlando che vede il bacino in cui ‘pescare’ tra quell’1% di popolazione che detiene il 25% della ricchezza del Paese. Emiliano in tema di tasse ha anche aggiunto di volere “innanzitutto varare una web tax: chi vende sul web sia equiparato ai piccoli commercianti. E con queste entrate finanziare a regime uno sgravio fiscale permanente che consenta piu’ soldi in busta paga e meno costi per gli imprenditori”. Scettico invece Orlando: “Bisogna stare attenti che non rimanga una scelta isolata, rischiamo solo che non vengano piu’ nel nostro paese. Per questo spingiamo per un’unione fiscale europea”. Posizione simile a quella espressa da Renzi: la web tax, ha osservato, “non dovrebbe essere fatta dall’Italia senza attendere l’Ue, perche’ alla fine ci fregano e se ne vanno da altre parti. Ci vuole un’unione fiscale europea: chiudero’ la mia campagna a Bruxelles perche’ la partita e’ li'”. Sull’immigrazione, altra questione di ricorrente scontro politico, Emiliano ha affermato: “Interi settori economici resistono grazie ai migranti. Non possono arrivare tutti insieme e in quelle condizioni, serve un meccanismo legale che ci permetta di verificare se si tratta di persone pericolose. In questi anni abbiamo avuto un sistema che ha creato distorsioni e spreco di denaro pubblico”. Secondo Orlando, “la gestione dei flussi va fatta con un limite all’accoglienza, che e’ quella della capacita’ di inclusione. Dobbiamo fare in modo che chi arriva si possa inserire. Dopo di che dobbiamo rivendicare di piu’ il fatto che l’Italia in questi anni ha salvato migliaia di vite umane. Se fossi il vicepresidente della Camera che ha strumentalizzato vicende che riguardano alcune ong per dire che tutte le ong sono coinvolte nel malaffare, mi vergognerei”. Renzi ha sottolineato che “il problema nostro sono gli scafisti, non le ong. Ma qualcosa ancora non funziona. Il ministro Minniti sta lavorando ma e’ l’Europa che non va bene, che deve cambiare linea in Africa”. “La cosa allucinante”, ha aggiunto, “e’ che non possiamo continuare a dare ai paesi che costruiscono muri i soldi per continuare a costruire muri, sono necessarie regole sicure e inclusione partendo dai valori della Costituzione”.

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Diversi i punti di vista anche in materia di legittima difesa e porto d’armi. “Dobbiamo essere in sintonia con il volere dei cittadini: io non ho il porto d’armi ma sulla legittima difesa dobbiamo fare di piu'”, ha avvertito Renzi. Frenata invece da parte di Orlando: “Nei Paesi in cui ci sono piu’ armi, come negli Stati Uniti, c’e’ una altissima quantita’ di omicidi e non piu’ sicurezza”. No alle armi facili anche da Emiliano: “Ho dovuto girare armato per moltissimi anni e sono stato sotto scorta. E quindi so che vuol dire avere le pistole dietro i pantaloni, che bucano anche le tasche. Sconsiglio tutti dal possedere un’arma e se sentissi dei rumori in casa lascerei la pistola dov’e’ perche’ fonte di ulteriori dolori”. Uscire dall’Euro non e’ un’opzione per i candidati alla segreteria Pd. “Sono assolutamente contrario”, ha risposto Emiliano. “Vorrei che l’Ue fosse il cuore dell’uguaglianza e della sicurezza garantita da sistemi informativi e non solo da chiacchiere demagogiche alimentate da chi vuole la paura”, ha aggiunto. “Sarebbe una follia e un tabu’ contemporaneamente perche’ l’Italia fuori dall’Euro e’ niente: la nostra prospettiva e’ l’Europa”, ha concordato Orlando. Sulla stessa linea Renzi: “E’ una follia parlare dell’Italia fuori dall’Euro”. Sul tema Europa si accende pero’ anche un duro scontro tra Orlando e Renzi. Quando il primo afferma che “se diventero’ segretario non daro’ la colpa di tutto alla burocrazia europea perche’ altrimenti le mie parole sarebbero come quelle dei populisti”, l’attuale segretario replica: “Andrea, a volte ho la sensazione che tu sia stato su Marte: sei in Parlamento dal 2006, sei stato l’unico tra di noi a votare il fiscal compact, hai fatto parte di certe esperienze politiche, perche’ fai finta di non esserci stato? Siamo seri, tu c’eri a votare quelle cose, io no”, ha detto l’ex premier. Nel corso del contronto tv c’e’ spazio anche per un momento piu’ leggero con i tre candidati invitati ad indicare quali poster avrebbero in camera da letto se fossero 15enni. “A 15 anni avevo in camera Gigi Riva che calciava in porta il terzo gol con la Germania. Oggi metterei il poster di Yuri Chechi: si e’ rotto un tendine come me, io ho saltato solo la campagna elettorale, lui le Olimpiadi”, ha detto Emiliano. Orlando ha spiegato: “Io avevo Berlinguer e anche una foto di Allende. Oggi aggiungerei Mandela”. Renzi ha chiuso: “Dipende se erano 15 o 16 anni, perche’ proprio allora Baggio veniva venduto dalla Fiorentina. Poi avevo i Duran Duran e Bob Kennedy. Oggi direi Barack Obama”.

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