Renzi blinda il ‘Rosatellum’, pressing Mdp su Pisapia. Rispuntano primarie

Renzi blinda il ‘Rosatellum’, pressing Mdp su Pisapia. Rispuntano primarie
Matteo Renzi
6 ottobre 2017

Renzi si tiene a distanza dalla legge elettorale: il suo affondo e’ contro le autorita’ bancarie europee che “provano a cambiare le regole in corsa”. “Con il meccanismo che vorrebbero imporci – argomenta – fare credito alle piccole e medie imprese risultera’ quasi impossibile. E salteranno altre banche, altri correntisti, altri risparmiatori”. Ma oggi alla direzione dem il segretario blindera’ il Rosatellum, sottolinera’ che il Pd sta provando a costruire una larga convergenza su un testo che raccoglie la maggior parte delle forze parlamentari, proprio per ‘rispondere’ alle sentenze della Consulta. Da qui la necessita’ di andare fino in fondo su un sistema che, secondo i vertici Pd, potrebbe avvantaggiare tutto il partito. Sul ‘Rosatellum’ c’e’ anche l’area di Orlando ma il timore dei ‘big’ e’ che siano i ‘peones’ in Parlamento a manifestarsi nel voto segreto in Aula. L’obiettivo quindi e’ quello di compattare i gruppi dem. Non e’ escluso che l’ex premier alla direzione possa fare un accenno alle dinamiche in corso nel centrosinistra ma senza aprire all’ipotesi di nuove primarie. Sia Orlando che Franceschini puntano alla costruzione di una coalizione. L’auspicio e’ separare Pisapia da D’Alema ma al momento tra Campo progressista e Mdp resta tutto in stand by. Ma gli ex dem premono, ritengono che il tempo stia per scadere, che ci sia la necessita’ di fare chiarezza. Tuttavia l’ex sindaco di Milano intende aspettare l’evolversi della partita sulla legge elettorale, con uno sguardo al voto siciliano.

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I rapporti tra Pisapia e Bersani sono ottimi ma le divergenze sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo e sul tema dell’allargamento a sinistra restano ostacoli sulla strada del dialogo. Mdp, per esempio, vorrebbe tenere l’assemblea costituente il 19 novembre. E indire una consultazione, di pari passo con l’elezione dei membri dell’assemblea, sul simbolo e sul nome. “Il problema – sottolineano alcuni esponenti di Mdp – e’ che si rischia di perdere tempo. Mancano pochi mesi alle elezioni e non siamo ancora identificabili dagli elettori”. L’obiettivo e’ di accelerare quindi sul logo ma la mancanza di chiarezza del percorso politico tra Campo progressista e Mdp frena il lavoro di ricognizione. Senza Campo progressista Mdp punterebbe sull’alleanza con Sinistra italiana. In quel caso ci sarebbe di sicuro la parola ‘Sinistra’ nel simbolo. “Magari Sinistra democratica”, ipotizza uno dei dirigenti del gruppo. La premessa e’ che si intende aspettare l’avvocato milanese ma la paura e’ che – osserva un bersaniano – “si finisce nella palude. Per questo occorre decidere”. Nel confronto in atto la legge elettorale non e’ un fattore secondario. “Non possiamo far passare troppo tempo – argomentava un ex dem -. Pisapia non puo’ giocare su due tavoli: uno sul maggioritario e uno sul proporzionale…”. “Perlomeno una decina di nostri parlamentari – spiegava un esponente vicino a Pisapia – e’ disposta a votare il Rosatellum”. Una legge elettorale che Mdp osteggia senza se e senza ma. Mentre il Pd punta proprio su questo sistema per ‘agganciare’ Pisapia in un’alleanza di centrosinistra.

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