Ribelli Pd chiedono il conto: “Via i vertici”

Ribelli Pd chiedono il conto: “Via i vertici”
6 marzo 2018

Resa dei conti nel Pd siciliano dopo la debacle elettorale. Ad alzare la voce i Partigiani dem, corrente interna costituitasi dopo i dissensi sulla formazione delle liste. “Penso che la classe dirigente del Pd tutta debba fare quello che abbiamo fatto noi un mese fa: rimettere il mandato e consentire una fase di rigenerazione dal basso del partito. Non e’ piu’ di tempo di guerra tra bande, e notte dai lunghi coltelli, e il Pd non puo’ piu’ permettersi fibrillazioni”, afferma l’ex responsabile organizzativo del partito siciliano Antonio Rubino. Al suo fianco anche gli altri due dimissionari della segreteria regionale e componenti del movimento: Carmelo Greco e Antonio Ferrante. “Potremmo cominciare dicendo ‘l’avevamo detto'”, ha proseguito Rubino riferendosi a quello che e’ successo in queste settimane. Per dimostrarlo, hanno distribuito un documento con l’analisi storica dei risultati al Senato confrontati con quello delle elezioni precedenti. “Un risultato peggiore di quello di oggi bisogna andare veramente lontano per trovarlo -ha sottolineato- ieri il Pd ha preso l’11,6%, un dato piu’ basso rispetto al 2013 con Bersani (18,5%) e ancor di piu’ se raffrontato al 2008 con Veltroni (25,5%). Per trovare un dato cosi’ negativo, bisogna tornare al 2006, quando i Democratici di Sinistra guidati da Fassino si fermarono allora all’11,8%”.

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In questi anni “in cui ha prevalso il modello della rottamazione”, proseguono i ribelli del Pd, “ci e’ stato spiegato che le forze progressiste che avevano vita al Pd non erano piu’ sufficienti a consentirci di essere una forza di governo, quindi dovevamo allargarci ma cosi’ facendo, spesso, hanno nascosto elementi trasformistici pesanti, poi bocciati dagli elettori”. Per Rubino ci sono responsabilita’ politiche in primis del segretario nazionale e non solo: “Dentro le dimissioni di Renzi c’e’ anche chi lo ha rappresentato in Sicilia, come Davide Faraone. Penso che la classe dirigente dovrebbe dare un atto di responsabilita’ forte, a partire dai segretari regionali. Dovrebbero mettersi tutti a disposizione per una ricostruzione del Pd, con la consapevolezza che al di fuori del partito non c’e’ uno spazio politico. Oggi stiamo mettendo in campo una forza di classi dirigenti che si candida a dare una mano per ricostruire il partito a tutti i livelli come opposizione alle altre forze politiche che hanno prevalso in queste elezioni: noi siamo opposizione e questo dobbiamo fare, anche a livello regionale”. Nessun appoggio, quindi, neanche al governo Musumeci in modo “chiaro e forte su tutti i temi della Sicilia. Oggi il Pd -ha concluso- deve provare a essere la prima forza di opposizione senza sconti al centrodestra”. 

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