Salvini smentisce Di Maio: su Ramy e Adam ho deciso da solo, ma la legge non cambia

27 marzo 2019

Il caso dei due ragazzi-eroi di Crema, Ramy Shehata e Adam El Hamami, e della loro cittadinanza italiana è stato “utilizzato come una bandiera politica”, non da loro ma da chi li ha strumentalizzati. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una conferenza al Viminale convocata dopo aver incontrato cinque dei ragazzi dello scuolabus dirottato ed i carabinieri che li hanno salvati. A Romy e Adam il ministro ha promesso la cittadinanza, una decisione ha detto che è stata solo sua e non influenzata dall’altro vicepremier Di Maio: “Io accolgo i pensieri di tutti, i suggerimenti di tutti, in questo caso mi sono convinto da solo prendendomi il tempo che un ministro deve prendersi prima di dire dei sì e dei no”.

Tuttavia Salvini ha confermato che la legge sullo ius soli non verrà presa in esame, anche se per acquisire la cittadinanza sarà possibile dice snellire qualche passaggio burocratico: “Posso confermare quello che è ovvio per il 99% degli italiani e cioè che la legge della cittadinanza funziona abbondantemente così com’è. Il dibattito non si pone. Vado a memoria, abbiamo riconosciuto 140mila cittadinanze. Questi sono problemi che non vivono i ragazzini, vive qualche politico e qualche giornalista. Adam e Ramy hanno fatto quello che hanno fatto a prescindere dal documento che avevano in tasca. A 18 anni si sceglie: se guidare la macchina e se acquisire la cittadinanza italiana. Potremo togliere qualche passaggio burocratico, ma è una decisione troppo importante e comporta un percorso”.

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