Sondaggi, M5s torna a crescere e Lega insegue

Sondaggi, M5s torna a crescere e Lega insegue
26 luglio 2018

Il Movimento 5 stelle torna a crescere, e il trend resta positivo anche per la Lega, che segna un nuovo record ma ugualmente si trova a inseguire il partner di governo distaccata di mezzo punto. Sul fronte delle opposizioni arretrano tanto il Pd quanto Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia recupera qualche decimale e Leu rimane stabile. Questa la fotografia della Supermedia. Nel dettaglio, M5s si attesta al 29,6% con un guadagno dello 0,7% rispetto a due settimane fa; la Lega e’ al 29,1% con un incremento dello 0,4%. Il Pd perde quattro frazioni di punto e scivola a quota 17,8% scendendo quindi sotto la soglia del 18%. Della stessa entita’ (-0,4%) il calo di Forza Italia, che incassa il 9,1%. FdI si colloca al 3,7% (+0,3%) e Leu rimane al suo 2,8%.

Da quando la Lega di Matteo Salvini ha agganciato il Movimento 5 stelle al vertice della classifica delle intenzioni di voto degli italiani – ormai piu’ di un mese fa – sembrava di dover assistere, da un momento all’altro, ad uno sorpasso storico che ne farebbe il primo partito italiano per la prima volta dalla sua nascita (sia pure solo nei sondaggi). Eppure, nonostante alcuni istituti demoscopici abbiano ‘certificato’ questo tale sorpasso gia’ da qualche settimana, nella nostra Supermedia non si e’ ancora verificato. E non perche’ si sia incrinata la tendenza crescente della Lega, che prosegue ininterrottamente dalle elezioni del 4 marzo: anzi, questa settimana il partito di Salvini fa segnare un nuovo record, sfondando per la prima volta il 29%.

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Il ritmo della crescita ha rallentato, ma questo e’ perfettamente fisiologico. Il vero motivo per cui il sorpasso non si e’ concretizzato e’ un altro: cioe’ che M5s ha invertito la rotta, smettendo di calare e anzi tornando a crescere. La ragione ‘politica’ di queste percentuali sembra venire dai temi che hanno dominato l’agenda mediatica. Il tema forte per eccellenza di Salvini (e quindi della Lega), ossia quello dell’immigrazione, continua ad essere molto presente nel dibattito pubblico. Ma ad esso, nelle ultime settimane, se ne sono affiancati almeno altri due, altrettanto forti – se non di piu’. Stiamo parlando del tema dei cosiddetti “vitalizi” e della loro “abolizione” (le virgolette sono d’obbligo, trattandosi di fatto di una riforma del sistema di calcolo delle pensioni degli ex deputati), e soprattutto del decreto Dignita’, emanato dal governo e ora all’esame della Camera.

Che si tratti di temi dal forte impatto sugli elettori si puo’ evincere anche dal “Social Monitor” di Andrea Altinier su YouTrend, secondo cui Di Maio e’ stato l’autore dei contenuti che raggiunto di gran lunga il maggior numero di persone: quelli riguardanti il traguardo della riforma dei “vitalizi”, che hanno fatto su Facebook oltre un milione e mezzo di visualizzazioni. Anche alcuni contenuti di Salvini hanno ottenuto numeri impressionanti (oltre 850 mila per il video del suo bagno nella piscina confiscata alla mafia in Toscana), ma comunque lontani dall’engagement suscitato dalla campagna #byebyevitalizi attivata da M5s nello stesso periodo. Inoltre, un’indagine condotta da SWG sulla percezione del lavoro in Italia indica che quasi meta’ degli intervistati dichiara di ritenere “fondamentale” riuscire a ottenere un contratto a tempo indeterminato. Se a questi si sommano coloro che lo ritengono comunque “importante” si arriva all’88%. Emerge dunque una forte domanda di stabilita’ lavorativa, alla quale si propone di rispondere il decreto Dignita’. AGI/YouTrend

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