Totti, il laureato del calcio dopo 25 stagioni da romanista

26 maggio 2017

“Ora posso anche smettere”. Francesco Totti lo ha detto in risposta alle dichiarazioni di Maradona che ha riconosciuto nel numero 10 giallorosso il giocatore più forte del mondo. Ora per sapere se lunedì se ne andrà a pescare, da battuta dopo il diploma honoris causa consegnatogli dalla Ca’Foscari”, vestirà una nuova maglia, oppure appenderà le scarpette al chiodo, non resta che attendere. Al capitano glielo si può concedere. Domenica contro il Genoa giocherà in serie A la sua 618esima partita in 25 stagioni. Olimpico sold out da settimane come mai visto a Roma negli ultimi anni. Quello che non ha potuto la squadra degli americani lo ha realizzato la magia del pupone oggi alle soglie dell’addio. Francesco Totti è una icona non solo per la Roma ma per tutto il mondo del calcio. E’ riuscito nella stagione 2000/2001 (con Capello in panchina), a riportare lo scudetto a Roma, dopo 18 anni), oltre ad avere nel palmares due supercoppe italiane (2001 e 2007) e due Coppa Italia (2006/2007 e 2007/2008). Scelte di vita, trofei che per chi è romano e romanista valgono molto di più di quelli che avrebbe potuto conquistare con la maglia del Real Madrid rifiutando il trasferimento per una scelta di cuore. Nella classifica marcatori all-time di Serie A è al secondo posto con 250 reti, alle spalle solo di Silvio Piola fermo a 274 reti ed è uno degli otto calciatori italiani ad aver realizzato almeno 300 reti a livello professionistico.

Avrebbe meritato il pallone d’oro ma riconoscimenti personali non gli mancano. Nel 2004 è stato inserito dalla Fifa nella top 100 calciatori viventi selezionati da Pelè e Nel 2012, in una ricerca della IFFHS, Totti è risultato il calciatore più popolare d’Europa, piazzandosi davanti ad Alessandro Del Piero e Cristiano Ronaldo. E’ capitano della Roma dal 1998 risultando per la squadra della Capitale il miglior realizzatore di tutti i tempi e il calciatore con più presenze, sia per il campionato che per le coppe europee. A sette anni la maglia della Fortitudo, poi la Smit Trastevere, la Lodigiani. Sarebbe potuto essere laziale poiché quest’ultima società aveva trovato un accordo con il giocatore ma un blitz dell’allora responsabile del settore giovanile della Roma, Gildo Giannini, a casa del calciatore convinse i genitori a scegliere i giallorossi. L’esordio in serie A in maglia giallorossa è merito di Vujadin Boškov. A 16 anni, il 28 marzo 1993 nei minuti finali di Brescia-Roma (2-0 per i giallorossi); la prima da titolare il 16 dicembre 1993 in Coppa Italia contro la Samp. L’esordio da titolare in campionato il 27 febbraio 1994, di nuovo contro la Sampdoria. La prima rete in serie A nella stagione 1994-1995 (il 4 settembre) contro il Foggia.

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Zeman nel 1997 rappresenta un punto di svolta nella carriera di Totti ma il primo successo arriva nella stagione 1999-2000 con Capello in panchina dove l’attaccante contribuisce al tricolore con 13 reti, realizzando anche la rete decisiva nella gara decisiva all’Olimpico contro il Parma (3-1). Scarpa d’oro nel 2007, un anno dopo la vittoria del Mondiale a Berlino. Su di lui si può scherzare, anzi è il primo a capire di avere una autoironia innata, ma guai a toccare la famiglia. Il gossip non appartiene alla coppia Totti-Blasi. E per gestirsi fino a 40 anni conta solo una parola. il lavoro. Negli ultimi anni trova sempre meno posto, soprattutto a causa di un rapporto burrascoso con il tecnico Spalletti che lo impiega poco ma il 15 aprile 2017 tocca quota 615 presenze in Serie A nel pareggio per 1-1 tra Roma e Atalanta, eguagliando Javier Zanetti al terzo posto della classifica dei calciatori con più presenze in Serie A. Ora il passo d’addio ma come nel botta e risposta social con Nainggolan: “da lunedì ci sarà da divertirsi”

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