Trump: Russia preparati, in Siria stanno per arrivare i missili. Il mondo con fiato sospeso

Trump: Russia preparati, in Siria stanno per arrivare i missili. Il mondo con fiato sospeso
Il presidente russo, Vladimir Putin e il capo della Casa Bianca, Donald Trump
11 aprile 2018

“La Russia promette di abbattere tutti i missili sparati alla Siria. Russia preparati, perché arriveranno, belli, nuovi e ‘intelligenti’! Non dovreste essere partner di un animale che uccide con il gas, che uccide il suo popolo e si diverte!”. Questo il tweet del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, secondo cui “i nostri rapporti con la Russia sono peggiori di quanto sia mai stati, includendo la Guerra Fredda”. In sostanza, Trump, rincara la dose contro la Russia, dopo averle detto di prepararsi per i missili che saranno lanciati contro il suo alleato in Siria, il presidente Bashar al-Assad. “Non c’è ragione per tutto questo. La Russia ha bisogno di noi per aiutare la sua economia, una cosa che sarebbe molto facile da fare, e noi abbiamo bisogno di tutte le nazioni per lavorare insieme. Fermiamo la corsa agli armamenti?” ha aggiunto. La Siria, dal canto suo, ha definito una “pericolosa escalation” le minacce di attacco missilistico contro il suo territorio di Trump. “Non siamo sorpresi da questa pericolosa escalation di un regime come quello negli Stati Uniti che ha sponsorizzato e sta ancora sponsorizzando il terrorismo in Siria”, ha detto una fonte del ministero degli Esteri.

La tensione e’ altissima in Siria

Insomma, il mondo e’ con il fiato sospeso in attesa di vedere se il presidente americano, Donald Trump, decidera’ di rispondere con un’azione militare al pesante bombardamento – condotto con armi chimiche, secondo la Casa Bianca – che ha ucciso decine di civili, tra cui donne e bambini, in Siria. Di seguito le opzioni che potrebbe scegliere il presidente americano, che da poco e’ guidato dal nuovo consigliere per la sicurezza nazionale, il ‘falco’ e interventista, John Bolton. Tre le opzioni militari sul tappeto.

OPERAZIONE MIRATA: esattamente come un anno fa, potrebbe lanciare una salve di missili Tomahawk dalle portaerei al largo del Mediterraneo: nell’aprile 2017, i 59 missili colpirono la base da cui erano partiti gli aerei siriani che avevano sganciato armi chimiche e provocato la strage di Khan Sheikhoun. Il rovescio della medaglia e’ che quell’attacco mirato non ha dissuaso il presidente siriano, Bashar al-Assad, a continuare per la sua strada.

OPERAZIONE ALLARGATA CONTRO BASI MILITARI REGIME: potrebbe decidere di colpire diversi aeroporti e basi militari del regime, avvisando i russi in anticipo. I ‘falchi’ sostengono che se non colpisce chi puntella il regime, Russia e Iran, e’ improbabile che lo indebolisca.

OPERAZIONE CONTRO CENTRI DI CONTROLLO RUSSO-IRANIANI: attacco alle basi comuni e ai centri di comando rossu-iraniani. La Russia pero’ ha gia’ detto che reagira’ ad attacchi che mettono in pericolo le truppe russe. In questo caso, Russia, Iran e Siria potrebbero limitare la loro risposta al tentativo di abbattere i missili o gli aerei statunitensi. Piu’ pericolosa e’ la possibilita’ di un contrattacco, magari contro una nave da guerra americana nel Mediterraneo.

OBIETTIVI: l’importante base aerea di Khmeimim, nel nord-ovest del Paese, e’ considerata dal Pentagono come principale punto di partenza per tutti i raid su Damasco e Ghouta. La base e’ gestita dai militari russi. La base militare di Al Dumayr, a est di Duma, e’ quella da dove sarebbero partiti gli elicotteri Mil Mi-8 con a bordo i barili con gas tossici sganciati sulla Ghouta.

L’imponente presenza militare russa nel Paese 

Mentre incombe la minaccia dell’azione militare occidentale contro il regime siriano, la Russia puo’ gia’ contare su migliaia di soldati nel Paese devastato dalla guerra. Il presidente Vladimir Putin ha lanciato per la prima volta un intervento militare in Siria nel 2015, dando un vitale sostegno al presidente Bashar al-Assad che fino ad allora stava perdendo su tutti i fronti. Ora il regime e gli alleati iraniani e russi sembrano sempre piu’ sulla via della vittoria nella brutale guerra civile che dura da sette anni, mentre l’Occidente e’ riluttante a impegnarsi militarmente.

LE TRUPPE DI MOSCA Il numero preciso di truppe russe che combattono in Siria non e’ noto. Putin ha detto nel dicembre scorso che alla campagna avevano partecipato circa 48 mila militari russi, ma nella sua visita a sorpresa alla base aerea russa di Hmeimim a Latakia, in Siria, aveva ordinato un ritiro parziale delle truppe del Paese, sostenendo che il loro compito era stato in gran parte completato. La base aerea, istituita nel 2015, rimane pero’ in funzione in modo permanente e la base navale nel porto di Tartus verra’ ampliata. Putin ha escluso la presenza di truppe di terra, rendendo l’aviazione il pilastro della campagna. Non mancano pero’ funzionari e consiglieri militari. L’esperto militare russo indipendente Pavel Felgenhauer ha stimato alla fine dell’anno scorso che “fino a mille” uomini, tra polizia militare e forze speciali, combattono al fianco delle truppe di regime. A marzo, il ministero della Difesa ha dichiarato che 2.954 soldati russi in Siria hanno votato alle elezioni presidenziali, dando un’idea dei numeri attuali.

MERCENARI C’e’ poi un “esercito ombra” di mercenari russi, tra i quali quelli che lavorano per una compagnia militare privata, la Wagner, proprieta’ di un uomo d’affari di San Pietroburgo, Evgenij Prigozhin. Secondo gli analisti, il numero di mercenari e’ tra i 2.000 e i 3.000.

PERDITE La Russia ha riconosciuto ufficialmente 84 militari morti nella guerra siriana, tra cui 39 uccisi in un incidente aereo a Hmeimim a marzo, non causato da un’azione militare.

FORZE AEREE La Russia governa i cieli in Siria e il ruolo della sua aviazione e’ stato molto celebrato in patria. Anche aerei bombardieri come il Tu-22 e il Tu-160 sono volati dai territori russi per colpire obiettivi in Siria.

MARINA E PORTAEREI Le navi da guerra e i sottomarini russi hanno svolto un ruolo di primo piano nella campagna di bombardamenti in Siria, sparando missili dal Mediterraneo contro obiettivi del cosiddetto Stato islamico. La base aerea di Hmeimim, sulla costa occidentale, e la struttura navale di Tartus sono state protette dai sistemi di difesa missilistica aerea S-300 e S-400. Anche le navi russe, come l’unica portaerei di Mosca, l’Ammiraglio Kuznetsov, hanno completato missioni in Siria. La Kuznetsov e’ in cantiere per riparazioni che dureranno da 2 a 3 anni.

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