Il bazooka di Draghi fino al 2017

Il bazooka di Draghi fino al 2017
Mario Draghi
3 dicembre 2015

Dalla prossima settimana gli istituti pagheranno di più (l’interesse è in negativo) per lasciare la loro liquidità parcheggiata nella Banca centrale europea. Una mossa che dovrebbe accelerare la messa in circolo della moneta. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali (quelle che forniscono la maggior parte della liquidità all’Eurosistema) e sulle operazioni di rifinanziamento marginale (quelle richieste dalle singole banche e della durata di una notte) rimangono invece invariati rispettivamente allo 0,05% e allo 0,30%. Mario Draghi annuncia come previsto il potenziamento delle misure a sostegno dell’economia per contrastare i pericoli di frenata nell’Eurozona e il rallentamento dell’inflazione. Il presidente della Bce subito dopo il direttivo parla in conferenza stampa e promette “liquidità illimitata e a tasso fisso per tutto il 2017” con un’estensione del Quantitative easing, l’acquisto di titoli di Stato, fino “almeno a marzo del 2017 dal settembre 2016 come inizialmente previsto”.

QE FINO A MARZO 2016 Il programma di quantitative easing della Bce durerà almeno fino al marzo 2017, con la possibilità di estenderlo ancora se necessario, e inizierà a includere anche obbligazioni emessi da regioni ed enti locali. Draghi ha inoltre comunicato che i rendimenti dei bond acquistati dalla Bce verranno reinvestiti “finché necessario” per contribuire al miglioramento della situazione di liquidità. Oltre all’estensione temporale Draghi ha annunciato altri ritocchi al Qe. “Per quanto riguarda le misure di politica monetaria non convenzionali, abbiamo deciso di prolungare il programma di acquisto di asset (APP). Gli acquisti mensili di 6 miliardi sotto l’APP sono ora destinate a funzionare fino alla fine di marzo 2017, o al di là, se necessario, e comunque fino a quando il Consiglio direttivo – ha spiegato Draghi – vede un aggiustamento costante nel percorso d’inflazione in linea con l’obiettivo di ottenere tassi d’inflazione inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo”. Draghi ha poi aggiunto che “abbiamo deciso di reinvestire i pagamenti principali sui titoli acquistati nell’ambito della APP alla loro scadenza per il tempo necessario. Ciò contribuirà sia a favorevoli condizioni di liquidità e di un adeguato orientamento di politica monetaria. I dettagli tecnici saranno comunicati a tempo debito”.

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BORSE A PICCO Il nervosismo domina sui mercati europei dopo il taglio dei tassi deciso dalla Bce e la decisione di rivedere il piano di Qe. I listini del Vecchio Continenti annullano i guadagni segnati in mattinata e segnano pesanti perdite dopo la conferenza stampa del governatore Mario Draghi le cui misure deludono gli investitori. È Draghi ad annunciare – nella conferenza stampa da Francoforte – il rafforzamento del piano di Quantitative easing, estendendo la scadenza del piano da settembre 2016 a marzo 2017 (ed oltre se necessario) e allargando gli acquisti comprendendo anche le emissioni degli enti locali/regionali. “Troppo poco per le attese del mercato che – si legge nella nota Ig – scontava anche un incremento in termini di ammontare degli acquisti mensili oltre i 60 miliardi di euro attuali”. A circa un’ora dalla fine della seduta a Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede il 2,10% a 22.078 punti con lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi in rialzo a 98 punti base con un rendimento per il decennale italiano dell’1,60%. Maglia nera per Francoforte -3.06%; in rosso anche Parigi -3,04% e Londra -1,94%. procede i territorio negativo anche la piazza finanziaria di Wall Street con il Dj – 0,36% e l’indice Nasdaq -0,23%. Il nervosismo della vigilia ha portato a una reazione evidente sia dei mercati valutari che di quelli azionari. Il cambio eurodollaro si è portato quasi a toccare la quota di 1,09 per poi stabilizzarsi attorno ad area 1,08, evidenziando nella seduta odierna oscillazioni che non si vedevano dallo scorso marzo. Vista la scelta accomodante della Bce “ancora per un prolungato periodo di tempo, la Fed è ormai quasi vincolata al rialzo dei tassi il 16 dicembre», secondo gli analisti di Ig. A Piazza Affari male l’indice Bancario (-2,05%): peggior performance per Banco Popolare a 13 euro (-3,20%); Male anche Ubi Banca -3,08%, Intesa Sanpaolo a 3,154 (-2,23%) e Bper -2,28%. Vendite su Luxottica -4,80%, Eni -3,25%, Cnh Industrial -3,23% e Mediaset -2,26%. Corre Snam a 4,906 euro (+3,02%), bene Terna +1,24% e Yoox +1,11%.

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