“Se io vi dico la verità sulla prima domanda vi farò ridere…”: Papa Francesco riceve i Pueri Cantores in Vaticano e risponde a braccio alle loro domande, a partire dalla curiosità di un bambino che gli domanda quale lavoro avrebbe voluto fare da bambino: “Dirò la verità: quando ero piccolo andavo con la mamma o la nonna a fare spese, il mercato era nella strada e c’erano i posti per la frutta la verdura la carne il pesce. Un giorno a casa a tavola mi è stato domandato: cosa ti piacerebbe diventare da grande: sapete cosa ho detto: macellaio! Perché il macellaio al mercato prendeva il coltello e faceva i pezzi, è un arte, mi piaceva guardarlo”. Il Papa, rispondendo a un’altra domanda, ha confessato anche di non essere molto portato per il canto: “Mi piace sentire cantare, ma se io cantassi sembrerebbe un asino perché non so cantare, neppure so parlare bene! Ho un difetto nella fonetica, ma mi piace tanto sentire cantare”.
“Vi dirò un aneddoto” ha proseguito Bergoglio: “da bambino, noi eravamo cinque fratelli, la mamma il sabato alle due del pomeriggio ci faceva sedere davanti alla radio per sentire, e cosa sentiva meno? Tutti i sabati si faceva la trasmissione di un’opera e la mamma ci insegnava com’era quell’opera, e da bambino ho sentito il piacere di sentire cantare, ma mai ho potuto cantare. Invece uno dei miei nonni, che era falegname, mentre lavorava cantava sempre. Il piacere di sentire cantare mi viene da bambino e mi piace tanto la musica e il canto. Vi dico una cosa: il canto educa l’anima, fa bene all’anima, per esempio quando la mamma vuol far addormentare il bambino non gli dice uno, due, tre quattro, ma gli canta la ninna nanna, gli fa bene all’anima e il bambino si addormenta. Sant’agostino dice una frase molto bella, ognuno di voi deve impararla nella sua propria lingua: parlando della vita cristiana, della gioia della vita cristiana, dice così: ‘canta e cammino’, la vita cristiana è un cammino, ma non è un cammino triste, è gioia, e per questo canta”.