Unioni civili, inizio voto da martedì senza contingentamento. Ddl supera nuovo test in Senato

Unioni civili, inizio voto da martedì senza contingentamento. Ddl supera nuovo test in Senato
10 febbraio 2016

di Enzo Marino

Il voto sugli emendamenti al ddl Cirinnà sulle unioni civili inizieranno martedì della prossima settimana, 16 febbario, non c’è nessun termine finale prefissato, e niente contingentamento dei tempi. Sono queste le decisioni della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che ha votato il calendario dei lavori dell’aula a maggioranza. Le votazioni sugli emendamenti al ddl Cirinnà proseguiranno dunque per tutta la settimana, con l’interruzione mercoledì pomeriggio per l’intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi in vista del Consiglio Europeo. Se non si riuscirà a concludere è previsto anche la prosecuzione del voto nella giornata di martedì 23 febbario. Lo ha riferito in aula il presidente del Senato, Pietro Grasso. Grasso ha spiegato che domani mattina si proseguirà con l’illustrazione degli emendamenti al provvedimento. Si riprenderà quindi nel pomeriggio di martedì 16. Le sedute di mercoledì 17 e giovedì 18 saranno uniche, senza interruzioni, anche se nel pomeriggio di mercoledì, a partire dalle 15,30 i lavori dell’aula saranno dedicati alle comunicazioni del presidente del consiglio in vista del consiglio europeo del 18 e 19 febbraio e al successivo dibattito.

Ove non concluse le votazioni sul ddl Cirinnà potranno proseguire anche nella settimana successiva, dal 23 al 25 febbraio, verosimilmente solo nella giornata di martedì 23 febbraio, come ha esplicitato il capogruppo Fi, Paolo Romani. Anche perchè nell’ultima settimana di febbraio è atteso l’approdo del dl milleproroghe, che deve essere convertito entro il 28 febbraio, mentre nella seduta di giovedì 25 è previsto il question time. In giornata, è andato in sceba un nuovo test sul ddl unioni civili al Senato. Dopo le pregiudiziali e le sospensive, oggi le opposizioni hanno provato a fermare la legge con la proposta di non passaggio agli articoli che avrebbe fatto saltare il ddl Cirinnà per almeno 6 mesi. Il voto è stato palese e dunque ha reso più difficili eventuali imboscate. Infatti tra i 195 voti contrari, un numero decisamente alto rispetto alla maggioranza richiesta di 149 voti sui 298 votanti, ci sono anche quelli dei verdiniani di Ala (15), del Misto (17) e del M5S (31). Compatto anche il Pd, compresi i cattolici. Ncd invece ha votato a favore della proposta Calderoli-Quagliariello per bocciare la legge, a eccezione di due senatori, Paolo Bonaiuti e Salvatore Margiotta, che hanno votato contro.

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