Il Pd siciliano protegge la casta, no tetto stipendi dirigenti che ora prenderanno più dei deputati. E la rivoluzione di Crocetta?

Il Pd siciliano protegge la casta, no tetto stipendi dirigenti che ora prenderanno più dei deputati. E la rivoluzione di Crocetta?
25 febbraio 2016

di Maurizio Balistreri

Il parlamento siciliano ha detto no al testo degli stipendi dei dirigenti regionali. Come dire, la casta non si tocca. L’Ars, infatti,  a scrutinio segreto, ha bocciato l’articolo 32 della Finanziaria con 32 voti a favore, 38 i contrari. La norma, in pratica, stabiliva la soglia massima di 118.000 euro, cancellando anche gli effetti dell’emendamento M5S che era stato approvato precedentemente e che aveva abbassato il tetto fino a 79 mila euro. La norma aveva ottenuto largo consenso, provocando la reazione del Pd Giovanni Panepinto: “Il voto segreto e’ ormai diventato un esercizio goliardico, preferiamo che venga bocciata tutta la norma piuttosto che tenerla insieme in questo modo”. In soldoni, la bocciatura dell’articolo fa ora saltare completamente il tetto degli emolumenti che torna a 240 mila euro lordi annui.

Sbottano i Cinquestelle. “Questo a dimostrazione che questo governo a trazione Pd, tutto vuole fare, tranne che vera spending review. Il nostro emendamento di certo non affamava nessuno. Ora il Pd spieghi ai siciliani che sono alle prese con costanti e sempre crescenti sacrifici questo intervento di pronto soccorso a favore della conservazione dei privilegi”. A dar manforte ai deputati regionali del M5s, il capogruppo di FI, Marco Falcone. “La bocciatura della norma sul tetto di spesa dei dirigenti degli enti partecipati dalla Regione rappresenta un chiaro atto di mantenimento delle clientele e di conservazione della casta. Forza Italia rimane delusa dal respingimento di una vera norma di razionalizzazione della spesa, di fronte a una Sicilia affamata e a una disoccupazione dilagante. Il mantenimento di questi stipendi da nababbbi rappresenta un atto di vera tracotanza. Bravo Crocetta, bravo il Pd  – conclude Falcone – questa è la loro rivoluzione di arroganza e clientele”.

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Nel corso della giornata odierna, Sala d’Ercole ha soppresso pure l’articolo che istituiva l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili. Approvate invece le norme che proroga alla fine del 2018 la facolta’ di recuperare a fini abitativi sottotetti, pertinenze, locali accessori e seminterrati; estesi anche i termini degli interventi di edilizia agevolata. Governo battuto anche sul finanziamento alla Kore di Enna: niente stanziamento da un milion di euro; stessa scena anche in occasione del voto segreto sull’emendamento soppressivo dell’intero articolo 60 proposto dal Movimento 5 stelle: la norma stanziava un milione e mezzo in tre anni alle attivita’ di gestione immobiliare che potevano essere realizzate anche mediante affidamenti in regime di house providing a societa’ totalmente partecipate dalla Regione gia’ costituite. Tra queste la Spi (sicilia patrimonio immobiliare). Accantonato il testo sulle tasse automobilistiche per i veicoli di interesse storico collezionistico e d’epoca. Disco verde al cofinanziamento del Fondo nazionale per i soggetti non autosufficienti, alla razionalizzazione della spesa connessa all’attivitA della Centrlale unica di committenza e sulle funzioni ispettive dell’assessorato all’Economia. Via libera anche agli articoli in materia di soppressione di enti economici regionali e a quella per l’utilizzo di personale dello Stato per l’esercizio di funzioni in materia di pubblica istruzione.

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