La Lega rischia di chiudere battenti, nessuna ripercussione su governo

La Lega rischia di chiudere battenti, nessuna ripercussione su governo
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti
1 settembre 2018

La Lega rischia seriamente di chiudere i battenti se la prossima settimana verra’ confermata la sentenza sui 49 milioni. Ma nessuna ripercussione sul governo, come del resto non c’e’ stato alcun contraccolpo dopo la vicenda della nave Diciotti e l’indagine a carico del leader e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ma, certo, il partito di via Bellerio intende portare avanti le sue battaglie, e sul fronte immigrazione Salvini non fara’ passi indietro, almeno fino a quando la gente non sara’ stufa.

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In quel caso, il leader potrebbe cambiare registro. Quanto all’economia, la Lega non e’ del tutto soddisfatta, ma ci si mettera’ d’accordo in vista della manovra. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ospite della festa del Fatto Quotidiano, parla a tutto tondo del partito, del suo leader e del governo. E non risparmia una stoccata proprio a Salvini: in campagna elettorale “Matteo l’ha sparata grossa, ora e’ importante che non ne arrivino piu'”, ha detto in merito alla promessa fatta sui 500mila rimpatri di clandestini. Ma e’ soprattutto il futuro della Lega a preoccupare il sottosegretario, che avverte: “Se il prossimo 5 settembre il Tribunale del riesame decidera’ di requisire tutti i futuri proventi che affluiscono nelle casse della Lega, e che sostanzialmente sono i versamenti dei parlamentari e dei consiglieri, allora il partito non potra’ piu’ esistere perche’ non avra’ piu’ soldi”.

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Giorgetti ha spiegato che “i soldi che avevamo sono stati presi dalla magistratura, quindi noi non abbiamo piu’ niente, in questo momento”. Detto questo, il governo non rischia. E lo dimostra il fatto che la Lega non abbia minacciato la crisi: “Abbiamo 5 anni per salvare il Paese dal disastro, se avessimo voluto staccare la spina il giorno dell’avviso di garanzia a Salvini, avremmo avuto un buon motivo, ma non lo abbiamo fatto”. Quanto a Salvini, se pure l’ha “sparata grossa” sui rimpatri dei migranti, “Matteo sa tenersi tarato sulla pancia degli elettori e quando sentira’ che e’ il momento di frenare, lo fara’”, ha assicurato Giorgetti. Del resto, finora la Lega si e’ rivelata “piu’ attrattiva di altri partiti. “Se portiamo via elettori a Forza Italia, o ad altri partiti, non e’ colpa nostra, ma loro”. “Il fatto che noi cresciamo crea di fatto la Lega come partito di riferimento del centrodestra, anche se secondo me sono ormai superate le categorie centrodestra e centrosinistra”, ha osservato il sottosegretario.

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Giorgetti ha poi spaziato su vari temi, a partire dal tema caldo delle Autostrade e della revoca delle concessioni: “C’e’ gia’ una procedura avviata. Bisogna andare dritto per dritto”. Anche se il sottosegretario ha espresso dubbi sul fatto che “Anas abbia le strutture tecniche adeguate, in questo momento, per gestire le autostrade. La seconda possibilita’ e’ quella di fare una nuova gara con modalita’ diverse, su tariffe e manutenzione”. Infine, Giorgetti ha affrontato la questione governo e politica economica, mettendo subito in chiaro: “Se si rendera’ necessario sforare il 3% per mettere in sicurezza il Paese, allora dico si’. Credo sia interesse anche dell’Europa”. Le norme contro le pensioni d’oro, voluta da M5s, per Giorgetti si fara’ se “se qualcuno ha pompato le ultime retribuzioni, allora e’ giusto che la pensione venga ricalcolata”. Infine, Giorgetti mostra ottimismo sui futuri rapporti interni all’esecutivo: “L’unico problema per mettere d’accordo Tria, Salvini e Di Maio e’ trovarli insieme. Quando si riesce a trovare un giorno per chiuderli un’ora in una stanza, con Conte, l’esperienza ci dice che le soluzioni si trovano. A settembre, quando avranno finito di fare i loro giri, troveremo le soluzioni”.

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