Rifiuti, anche Crocetta vuole fare il commissario. Ma Palazzo Chigi congela la pratica
Il governatore della Sicilia: “Penso che in finanziaria inseriremo una norma che sanzioni i comuni che non fanno la differenziata”.
di Maurizio Balistreri
Apre alla realizzazione di piccoli impianti non inquinanti da affiancare a una politica forte della raccolta differenziata. Ma il governatore della Sicilia non esclude che “per due o tre mesi i rifiuti prodotti in Sicilia possano essere portati all’estero”. Rosario Crocetta tenta di prendere le retini della gestione dei rifiuti nell’Isola dopo la chiusura di alcune discariche. “L’emergenza – afferma – dovrà servire a cambiare rotta. Penso che in finanziaria inseriremo una norma che sanzioni i comuni che non fanno la differenziata, scandalosamente ferma in Sicilia al 10%”. E boccia senza appello la politica dei termovalorizzatori attuata dalle passate amministrazioni ritenendola “impraticabile: impianti troppo grandi e desueti, bandi irregolari”. Insomma, “quel modello era sbagliato, la Sicilia non ha bisogno di pattumiere”. A creare la situazione di emergenza sono stati i provvedimenti che negli ultimi mesi hanno riguardato tre importanti discariche, quella di Motta Sant’Anastasia (commissariata e in via di chiusura, foto home), quella di Mazzarrà Sant’Andrea (chiusa dalla magistratura) e quella di Siculiana (chiusa per il raggiungimento del limite). Il provvedimento di fermo a Mazzarrà Sant’Andrea ha sottratto ben 1.200 tonnellate quanto a capacità di conferimento e danni a cascata, per effetto dei mancati conferimenti, dei Comuni che ne usufruivano, portando alla chiusura della discarica di Siculiana per il raggiungimento della capacità.

