Cassazione conferma il divieto di avvicinamento per Alessandro Basciano: obbligo di braccialetto elettronico
Alessandro Basciano Sophie Codegoni
La vicenda giudiziaria che vede coinvolti l’ex concorrente del Grande Fratello Vip Alessandro Basciano e l’influencer Sophie Codegoni ha raggiunto una nuova, importante tappa. La Corte di Cassazione ha infatti reso definitivo il provvedimento che impone al deejay 35enne il divieto di avvicinamento alla ex compagna e l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Un caso che ha tenuto banco sui media per mesi e che ora merita di essere ricostruito nei suoi sviluppi più significativi.
Le origini della vicenda
La storia tra Alessandro Basciano e Sophie Codegoni, conosciutisi durante la loro partecipazione al reality show nel 2022, ha cominciato a fare discutere quando la giovane modella 23enne ha presentato una denuncia per stalking nel dicembre 2023. Secondo quanto riportato dagli atti giudiziari, Codegoni avrebbe subito una serie di comportamenti persecutori da parte dell’ex compagno, culminati in minacce e insulti ripetuti, anche attraverso messaggi privati.
Cronologia degli eventi
Il percorso giudiziario
Dopo l’arresto del 21 novembre scorso, Basciano era stato scarcerato dopo pochi giorni dalla gip Anna Magelli, una decisione che aveva suscitato non poche perplessità da parte della procura milanese. La procuratrice aggiunta Letizia Mannella e il pm Antonio Pansa hanno quindi presentato ricorso al Tribunale del Riesame, sostenendo con forza la necessità di misure cautelari più stringenti.
Durante l’interrogatorio in procura, Sophie Codegoni non ha fatto marcia indietro rispetto alle accuse, anzi ha ribadito con determinazione la sua versione dei fatti, descrivendo un clima di tensione e paura che l’avrebbe portata a temere per la sua incolumità. Particolarmente significativo è stato il suo fermo diniego a qualsiasi ipotesi di ritiro della querela, nonostante le pressioni esterne.
La decisione della Cassazione
Con la pronuncia di questi giorni, la Suprema Corte ha messo la parola “fine” (almeno in questa fase) al dibattito sulle misure cautelari, confermando in toto quanto stabilito dal Tribunale del Riesame lo scorso 28 febbraio. Il provvedimento prevede:
- Divieto assoluto di avvicinamento a Sophie Codegoni sotto i 500 metri
- Divieto di qualsiasi forma di comunicazione, diretta o indiretta
- Obbligo di indossare braccialetto elettronico per il controllo della distanza
- Arresti domiciliari automatici in caso di violazione delle prescrizioni
Una decisione che appare particolarmente significativa se consideriamo che Basciano continua a professarsi completamente estraneo alle accuse, sostenendo attraverso i suoi legali che si tratterebbe di un equivoco nato da un rapporto sentimentale finito male.
Le implicazioni del caso
Questa vicenda va ben oltre il semplice gossip da rotocalco, ponendo questioni giuridiche e sociali di notevole rilevanza. In primo luogo, rappresenta un test importante per l’applicazione delle nuove norme contro lo stalking, con l’utilizzo di strumenti tecnologici (come il braccialetto elettronico) a tutela delle vittime.
In secondo luogo, il caso Basciano-Codegoni riaccende i riflettori sul fenomeno della violenza psicologica nelle relazioni sentimentali, spesso difficile da dimostrare ma ugualmente devastante per chi la subisce. Non a caso, le associazioni che si occupano di tutela delle donne hanno espresso soddisfazione per la decisione della Cassazione, vedendola come un importante segnale di attenzione da parte delle istituzioni.
Mentre le misure cautelari sono ormai definitive, la vicenda giudiziaria è tutt’altro che conclusa. Alessandro Basciano dovrà infatti affrontare un vero e proprio processo per stalking, dove le accuse verranno esaminate nel merito e dove entrambe le parti avranno modo di presentare le loro prove e testimonianze.
Da parte sua, Sophie Codegoni ha fatto sapere attraverso i suoi legali di essere determinata a portare avanti la battaglia legale, nella speranza che questa vicenda possa servire da monito per situazioni analoghe. “Finalmente si è fatta giustizia”, ha commentato una fonte vicina alla modella, “Sophie può ora tirare un sospiro di sollievo, sapendo di essere protetta”.
Il caso continua a suscitare grande interesse mediatico, dimostrando come i temi della violenza di genere e della tutela delle vittime siano sempre più al centro del dibattito pubblico nel nostro Paese.
