Un vertice che segna la storia della NATO e dell’Italia di Giorgia Meloni. Per la prima volta nei Paesi Bassi, nella città natale del segretario generale Mark Rutte, l’Alleanza Atlantica ridefinisce i suoi obiettivi di spesa militare con una decisione senza precedenti: tutti gli alleati dovranno investire il 5% del PIL in difesa e sicurezza entro il 2035. E Meloni è in prima fila.
La presidente del Consiglio esce soddisfatta dal summit dell’Aia. “Si conclude un vertice importante, tanto per gli impegni assunti quanto per il contesto molto complesso nel quale si svolge”, ha dichiarato Meloni. Per la premier, il messaggio più significativo è “la compattezza dell’Alleanza e la volontà di rafforzarsi”.
Meloni: “L’impegno italiano è sostenibile e strategico”
L’Italia guidata da Meloni ha accettato la sfida del 5%, ma la premier ha voluto rassicurare sui conti pubblici. “Sono impegni significativi ma sostenibili, sapendo già che non distoglieremo neanche un euro dalle altre priorità del governo”, ha spiegato Meloni, smontando le preoccupazioni su possibili scostamenti di bilancio.
I numeri della strategia Meloni parlano chiaro: si tratta di un incremento delle spese in difesa dell’1,5% in dieci anni, “non distante dall’impegno che l’Italia già assunse nel 2014”, più un ulteriore 1,5% per la sicurezza. “Sono risorse che noi dobbiamo spendere e spendiamo comunque su materie molto più ampie della questione di difesa”, ha precisato la premier.
Meloni ha anche respinto le ipotesi di ricorso alla clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità UE: “Ho sentito dei numeri che mi sembrano molto distanti dalla realtà. Per il 2026 non riteniamo che ci serva utilizzare la ‘escape clause'”.
La visione di Meloni: il circolo virtuoso della difesa
Ma c’è un aspetto che Meloni considera cruciale: l’effetto moltiplicatore sull’economia italiana. “Una parte importante di queste risorse verrà utilizzata per rafforzare imprese italiane. Questo crea una politica economica espansiva, quindi è un circolo virtuoso”, ha spiegato la premier. L’aumento delle spese NATO “non è un ragionamento solamente in termini di costi, va fatto anche in termini di ritorno e di proiezione sull’economia”.
Meloni difende l’Italia, Trump attacca la Spagna
Il vertice ha però lasciato irrisolto il “giallo” spagnolo. Mentre Meloni ha chiarito che “l’Italia ha fatto come la Spagna perché la Spagna ha firmato esattamente lo stesso documento che abbiamo firmato noi”, Donald Trump non ha nascosto la sua irritazione.
“È terribile quello che ha fatto la Spagna”, ha tuonato il presidente americano rispondendo a una giornalista iberica. “È l’unico paese tra tutti gli alleati che si rifiuta di pagare”. Trump ha accusato Madrid di volere “un giro gratis” e ha minacciato ritorsioni commerciali: “Stiamo negoziando con loro un accordo commerciale. Gli faremo pagare il doppio. E sono davvero serio al riguardo”.
La filosofia Meloni: responsabilità e sovranità
Di fronte alle polemiche, Meloni ha rivendicato il suo approccio pragmatico: “Io sono una persona molto responsabile e a differenza di altri non mi prendo impegni che scarico su qualcuno che poi deve pagare”. Gli impegni presi dall’Italia, ha sottolineato la premier, “servono a noi, perché servono alla nostra autonomia, alla nostra sovranità, alla nostra capacità di mantenere forte questa nazione”.
