Shanghai, dramma Sinner: ritiro per crampi contro Griekspoor al terzo turno
L’azzurro abbandona il campo sorretto dal fisioterapista dopo due ore e mezza di battaglia. Il numero 2 del mondo era arrivato a due punti dalla vittoria nel secondo set.

L’incubo si materializza in diretta. Jannik Sinner abbandona il Masters 1000 di Shanghai nel peggiore dei modi, costretto al ritiro nel terzo set contro l’olandese Tallon Griekspoor per crampi devastanti alla gamba destra. Il numero 2 del mondo, primo favorito del torneo dopo il forfait last minute di Carlos Alcaraz, esce dal campo sorretto dal fisioterapista ATP, incapace persino di portare da solo il proprio borsone. Un’immagine che fa impressione e che testimonia la brutalità delle condizioni affrontate in Cina.
La battaglia contro il numero 31 del ranking aveva preso una piega drammatica dopo il terzo game del terzo set, quando l’altoatesino decide di non sedersi al cambio di campo. Da quel momento iniziano minuti interminabili di sofferenza: Sinner zoppica vistosamente, le gambe non rispondono più, il corpo si pietrifica. Sul 3-2 per Griekspoor, dopo oltre due ore e mezza di lotta, arriva la resa inevitabile. Il regolamento è spietato: niente medical timeout per crampi, solo un rapido massaggio al cambio di campo. Ma non basta.
Jannik si rialza dalla sedia solo per stringere la mano all’avversario e lasciare il campo, accompagnato dagli applausi del pubblico cinese e sorretto dal personale medico. La partita era stata equilibratissima fino a quel momento. Sinner aveva conquistato il primo set al tiebreak per 7-6 (3), mostrando quella superiorità che sembrava destinata a chiudere rapidamente i conti. Nel secondo parziale, l’azzurro era arrivato a due punti dalla vittoria, sfiorando il match point. Ma Griekspoor, dopo sette minuti di toilet break, era tornato in campo trasformato: aveva annullato sei palle break complessive, resistendo con grinta e portando Sinner al terzo set con un 7-5 che aveva il sapore dell’impresa.
Temperatura e umidità: la sauna cinese spezza le gambe di Jannik
“Condizioni brutali”, le definirà lo stesso Griekspoor a fine match, devastato anche lui dalla battaglia disputata in una vera e propria sauna. Il caldo opprimente, l’afa soffocante e l’umidità proibitiva di Shanghai si erano rivelati nemici implacabili per tutti i tennisti in gara fin dall’inizio del torneo. Ma per Sinner, impegnato nella seconda partita in poco più di 24 ore e sceso in campo oltre la mezzanotte locale, lo sforzo si è rivelato insostenibile.
Il primo campanello d’allarme era suonato sul 5-5 del secondo set. Quello che inizialmente sembrava un problema al ginocchio si è poi manifestato nella sua natura reale: crampi ingestibili a entrambe le gambe. Dal box, coach Simone Vagnozzi aveva tentato di aiutarlo consigliandogli di accorciare gli scambi. Ma Jannik, ormai inerme e bloccato, non è riuscito nemmeno a farli partire. La paralisi muscolare lo aveva già condannato.
Le conseguenze della disfatta vanno oltre il danno fisico. Sul fronte del ranking, la perdita è gravissima: vincere un Masters 1000 regala mille punti, fermarsi al terzo turno ne vale appena cinquanta. Una sottrazione che si fa in un attimo e che pesa come un macigno nella rincorsa alla vetta mondiale. Ma il problema principale, ora, è capire l’entità reale dell’infortunio e verificare i tempi di recupero.
Calendario fitto: sei settimane cruciali tra esibizioni, tornei e Finals
I prossimi impegni di Sinner sono infatti pressanti e ravvicinati. Dopo una settimana di riposo necessaria per recuperare al meglio le energie, l’altoatesino è atteso alla ricchissima esibizione del Six Kings Slam, in programma in Arabia Saudita dal 15 al 18 ottobre. Subito dopo, il calendario prevede l’ATP 500 di Vienna dal 20 al 26 ottobre, seguito dal prestigioso Masters 1000 di Parigi dal 27 ottobre al 3 novembre.
Quindi arriverà il clou della stagione: le ATP Finals di Torino dal 9 novembre, appuntamento cruciale per la chiusura dell’anno tennistico. Infine, le Finals di Coppa Davis a Bologna dal 18 al 23 novembre, dove Sinner è chiamato a difendere i colori azzurri nella competizione a squadre più importante del tennis mondiale. Un tour de force che richiederà una condizione fisica perfetta e che ora, dopo quanto accaduto a Shanghai, solleva più di qualche interrogativo.
Non è la prima volta in questa stagione che Sinner dà segnali di cedimento fisico. Il precedente più recente risale a Cincinnati, dove la finale contro Alcaraz era durata appena cinque game prima del ritiro dell’italiano. Anche in quella occasione, le condizioni climatiche estreme avevano giocato un ruolo determinante nel crollo dell’azzurro. Ma stavolta le immagini che arrivano dalla Cina fanno ancora più impressione: un campione ridotto all’impotenza, incapace persino di reggersi sulle proprie gambe.
