Manovra 2025, 18 miliardi al ceto medio: Giorgetti difende il taglio Irpef
L’intervento del ministro dell’Economia al Festival delle Città Impresa riaccende il confronto politico. Bankitalia e Istat denunciano effetti regressivi, mentre la Cgil annuncia sciopero generale il 12 dicembre.
Giancarlo Giorgetti
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha difeso la manovra 2025 durante il Festival delle Città Impresa, rivendicando l’intervento da 18 miliardi per redditi fino a 50.000 euro, mentre Bankitalia e Istat criticano il vantaggio ai più ricchi.
“Abbiamo aiutato il ceto medio”
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo sabato al Festival delle Città Impresa, ha risposto alle critiche sulla legge di Bilancio affermando che “non si è aiutato chi è ricco ma chi guadagna cifre ragionevoli”. Giorgetti ha ricordato che “lo Stato ha già sostenuto in passato i ceti più svantaggiati”, mentre ora “l’obiettivo è rafforzare il potere d’acquisto del ceto medio”. Il ministro ha precisato che l’intervento vale “18 miliardi, confermati anche per il 2025, a favore dei redditi inferiori ai 35.000 euro”, con una parziale estensione fino a 50.000 euro lordi.
Le critiche degli istituti e delle opposizioni
L’approccio del governo è però contestato da Bankitalia, Istat e Ufficio parlamentare di Bilancio, secondo cui il taglio dell’Irpef favorisce soprattutto i redditi medio-alti. La misura principale prevede una riduzione dell’aliquota centrale dal 35% al 33% per i contribuenti tra 28.000 e 50.000 euro. Circa 13 milioni di lavoratori, pari a poco più del 30% dei contribuenti, riceveranno un beneficio medio massimo di 440 euro annui, con vantaggi proporzionalmente maggiori per i redditi più alti. Secondo l’Istat, metà del risparmio complessivo si concentra sui redditi sopra i 48.000 euro, che rappresentano l’8% dei contribuenti. Il risparmio medio varia da 408 euro per i manager a 23 euro per gli operai.
L’impatto reale sui redditi familiari
Le stime ufficiali mostrano che circa 11 milioni di famiglie, pari al 44% del totale, beneficeranno del taglio Irpef per un importo medio di 276 euro. Tuttavia, l’85% delle risorse sarà destinato ai due quinti di reddito più elevati: oltre il 90% delle famiglie più benestanti riceverà un vantaggio medio di 411 euro, mentre il primo quintile — quello più povero — otterrà in media 102 euro. L’impatto sul reddito complessivo resta inferiore all’1%, segnalando un effetto redistributivo limitato.
Proteste e prospettive
Le opposizioni definiscono la manovra “debole e ingiusta”, accusando il governo di trascurare i redditi bassi. La Cgil ha indetto uno sciopero generale per venerdì 12 dicembre, in segno di protesta contro un disegno di legge giudicato regressivo. Il ministro Giorgetti ha replicato che “un’analisi serena e oggettiva della manovra” mostrerà i suoi effetti reali e che “non c’è problema a subire critiche quando si è nel giusto”. Nei prossimi giorni il testo della legge di Bilancio sarà discusso in Parlamento, dove si attendono emendamenti sui capitoli fiscali e sul sostegno ai lavoratori autonomi.
