Usa interrompono dopo 231 anni la produzione del penny, moneta diventata troppo costosa

penny

Gli Stati Uniti hanno cessato ieri la produzione del penny, la moneta da un centesimo, dopo 231 anni. La Zecca di Philadelphia ha coniato gli ultimi esemplari, ormai troppo onerosi da produrre, in un’operazione che farà risparmiare 56 milioni di dollari ai contribuenti.

Il Tesoriere di Stato Brandon Beach ha premuto il pulsante per la coniazione dell’ultimo penny, dichiarando: “Dio benedica l’America, e salveremo i contribuenti da 56 milioni di dollari”. Le monete conclusive sono state poi disposte su un vassoio d’argento per i fotografi prima di essere ritirate per essere messe all’asta. La cerimonia alla United States Mint di Philadelphia sancisce la fine di un’era per un simbolo numismatico radicato nella cultura popolare e nel quotidiano degli americani.

Un costo di produzione insostenibile

Ogni penny coniato negli ultimi anni costava alla Zecca circa 3,8 centesimi, più del suo valore nominale. Questo squilibrio, unito alla sua drastica svalutazione nel tempo – nel 1793 comprava un bene come una candela – ne ha decretato l’obsolescenza. La maggior parte dei penny oggi viene accantonata in casa e non circola attivamente, rendendoli economicamente inefficienti.

Il primo giorno senza nuovi penny

Miliardi di penny rimarranno in circolazione e continueranno ad avere corso legale per tutti gli scambi commerciali. Tuttavia, da oggi non ne verranno più immessi di nuovi. L’ultima moneta statunitense ad essere stata ritirata dalla produzione prima del penny fu il mezzo centesimo, abolito nel lontano 1857.

La mossa, annunciata da tempo, non ha quindi colto di sorpresa l’opinione pubblica. Le reazioni sono state per lo più pragmatiche, con molti cittadini che prevedono di arrotondare i pagamenti in contanti al nickel più vicino. Le istituzioni finanziarie si stanno preparando a gestire una lenta, ma inesorabile, rarefazione della moneta nel sistema.