Trump e Meloni rilanciano la trattativa sulla pace in Ucraina, l’Ue valuta margini dell’accordo
Giorgia Meloni
I leader dell’Unione Europea hanno discusso oggi a Luanda, durante un summit dei 27, l’ipotesi di modificare la proposta per l’Ucraina presentata il 22 novembre da Donald Trump, puntando a un percorso negoziale condiviso.
Convergenza prudente sulla bozza Trump
Nel vertice informale tenuto questa mattina nella capitale angolana, a margine dell’incontro Ue–Unione africana, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno confermato un orientamento comune: lavorare su emendamenti puntuali al piano statunitense sulla guerra in Ucraina, anziché elaborare una controproposta organica. Alla riunione hanno partecipato in presenza Giorgia Meloni, Pedro Sánchez e Friedrich Merz, insieme al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Gli altri leader, inclusa l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea Kaja Kallas, si sono collegati da remoto. Keir Starmer, primo ministro britannico e promotore del gruppo di negoziazione insieme al presidente francese Emmanuel Macron, ha affermato che i colloqui di Ginevra “stanno facendo progressi” e che l’obiettivo condiviso resta “una pace giusta e duratura”. Domani pomeriggio è previsto un nuovo incontro dei cosiddetti “volenterosi” in videoconferenza.
Divergenze sulle modifiche e timori di sicurezza
Meloni, intervenuta dopo il vertice di Johannesburg e nuovamente a Luanda, ha parlato dell’“apertura del presidente Trump a un confronto con i partner”, definendo prioritario un percorso “concreto” verso un accordo in Ucraina. Von der Leyen ha ribadito l’unità dei Ventisette nel sostegno a Kyiv, mentre Costa ha definito “significativo” il progresso registrato a Ginevra.
Più caute le posizioni del cancelliere tedesco Merz, che non prevede “una svolta entro la settimana”, e del premier svedese Ulf Kristersson, entrambi convinti che la Russia debba essere coinvolta in un futuro tavolo negoziale. Decisamente più rigido Donald Tusk, per il quale alcune parti della bozza statunitense restano “semplicemente inaccettabili”, soprattutto alla luce delle implicazioni sulla sicurezza nazionale della Polonia, Paese confinante con l’Ucraina.
Le frizioni interne e le prospettive del negoziato
Sul fronte critico rimane anche Viktor Orbán, che ha accusato l’Unione Europea di voler “continuare la guerra in Ucraina” senza disporre di un piano finanziario sostenibile, ribadendo che l’Ungheria non sosterrà ulteriori impegni. Le posizioni divergenti emerse tra i leader alimentano incertezza sui tempi e sulla sostanza delle modifiche alla bozza Trump, benché il quadro generale resti di progressiva convergenza sul metodo.
Il nuovo appuntamento dei “volenterosi” potrebbe indicare le prime priorità di revisione e chiarire se vi siano margini per un testo comune entro le prossime settimane. Resta aperta la questione della partecipazione russa al processo, considerata da alcuni governi condizione necessaria per qualsiasi accordo stabile.
