Russia: negoziati con gli Stati Uniti solo se l’Ucraina ritira le sue forze dai territori rivendicati
Vladimir Putin
Putin impone il ritiro di Kiev dai territori contesi come condizione per fermare i combattimenti in Ucraina e chiede il riconoscimento legale internazionale di Crimea e Donbass come regioni russe prima dei negoziati con Washington previsti nei primi giorni della settimana prossima. Il presidente russo Vladimir Putin ha delineato in Kirghizistan le condizioni di Mosca per porre fine alle operazioni militari in Ucraina.
La richiesta centrale riguarda il ritiro delle forze ucraine dai territori rivendicati dalla Russia, anche se il leader del Cremlino non ha specificato se l’ultimatum si applichi esclusivamente al Donbass, che comprende Donetsk e Lugansk, oppure includa anche Kherson e Zaporizhzhia. “Se le forze ucraine lasceranno i territori in loro possesso, allora interromperemo le operazioni di combattimento”, ha affermato Putin, aggiungendo che in caso contrario Mosca procederà “con mezzi militari”.
La posizione russa non lascia margini di manovra. Putin ha definito “questione chiave” dei negoziati imminenti con gli Stati Uniti il riconoscimento legale, e non solo de facto, di Crimea e Donbass come territori russi da parte della comunità internazionale. Il presidente russo ha inoltre manifestato disponibilità a discutere il cosiddetto piano di pace in 28 punti degli Stati Uniti come base per futuri colloqui con Kiev e Washington.
Il documento dei 28 punti e le conversazioni intercettate
La piattaforma americana raccoglie le principali richieste di Mosca in un testo che i media hanno scoperto contenere un inglese tradotto in modo troppo letterale dal russo. Il riferimento di Putin ai 28 punti sembra un tentativo di marginalizzare la bozza concordata a Ginevra da europei, ucraini e americani. Durante la visita in Kirghizistan, lo “zar” ha nuovamente attribuito agli Stati Uniti la responsabilità dei recenti sviluppi, a partire dalla pubblicazione della trascrizione del colloquio tra l’inviato statunitense Witkoff e il consigliere presidenziale russo Ushakov.
L’irritazione di Putin è aumentata dopo che l’agenzia Bloomberg ha diffuso una seconda conversazione, questa volta tra il negoziatore russo Kirill Dmitriev e lo stesso Ushakov. Il modo in cui uno scambio interno tra funzionari del Cremlino sia giunto ai media occidentali rimane un mistero. Nel dialogo intercettato, Dmitriev propone di consegnare agli americani una bozza informale basata sui desiderata russi, osservando che Washington potrà così sostenere di averla realizzata autonomamente.
Mosca nega legittimità a Zelensky e respinge accuse su Witkoff
In questo contesto da intelligence, Putin ha definito “ridicole” le insinuazioni secondo cui l’inviato americano Witkoff starebbe favorendo Mosca. Il banco di prova della posizione di Washington sarà la reazione all’eventualità che l’Europa decida di confiscare i beni russi congelati, misura che il presidente russo ha bollato come “un furto di proprietà”. Putin ha inoltre cestinato le ipotesi di un futuro attacco all’Unione Europea.
Le dichiarazioni del leader di Mosca riportano indietro le lancette della diplomazia. Putin ha ribadito che la leadership ucraina è “illegittima”, quindi secondo la Russia sarebbe impossibile firmare un accordo vincolante con Kiev. Il presidente russo ha di fatto chiesto ancora la testa di Zelensky, lo stesso obiettivo che gli incursori russi non riuscirono a raggiungere nel primo giorno di guerra.
Il controllo dei territori e i nomi contesi
La Russia ha rivendicato Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia attraverso referendum definiti illegali dalla comunità internazionale alla fine del 2022. Mosca controlla attualmente quasi tutta Lugansk e l’intera Crimea, ma solo porzioni delle altre tre regioni, che nel complesso equivalgono a circa un quinto dell’Ucraina. Dopo quattro anni di conflitto, le forze russe che inizialmente erano riuscite a conquistare oltre il 30 per cento del territorio ucraino oggi controllano circa il 19 per cento del Paese, dove vivono oltre 3 milioni di persone sui 6 milioni residenti prima dell’attacco del 24 febbraio 2022.
Persino accordarsi sulla toponomastica sarà materia per i negoziatori. Secondo il Cremlino, le truppe russe avrebbero circondato le forze ucraine a Pokrovsk e Myrnograd, nella regione di Donetsk, uno dei settori più contesi del fronte. “Krasnoarmeysk e Dimitrov sono completamente circondati”, ha affermato Putin utilizzando per le due città i toponimi dell’era sovietica. L’offensiva russa, ha aggiunto il presidente, “è praticamente impossibile da contenere”.
