Leone XIV a 15mila giovani libanesi: costruite il mondo migliore che gli adulti non hanno saputo lasciarvi

Il Pontefice rilancia la soluzione a due Stati per il Medio Oriente e attribuisce a Erdogan un ruolo chiave per Gaza e Ucraina. Domani il congedo dopo la visita al porto di Beirut.

Papa Leone XIV ha concluso oggi in Libano la seconda tappa del suo primo viaggio internazionale, iniziato il 27 novembre in Turchia, rivolgendo a 15mila giovani riuniti a Bkerké l’appello a “costruire un mondo migliore” e ribadendo che la soluzione a due Stati resta “l’unica percorribile” per la pace in Medio Oriente. Il Pontefice ha incontrato nella penultima giornata libanese circa 15mila giovani, secondo i media vaticani, esortandoli a non lasciarsi “scoraggiare dalle ingiustizie e dalle contro-testimonianze ricevute, anche nella Chiesa”. “Voi avete il tempo per sognare, organizzare e compiere il bene”, ha affermato Leone XIV, aggiungendo che “la vera resistenza al male non è il male, ma l’amore, capace di guarire le proprie ferite mentre si curano quelle degli altri”.

Il Papa ha riconosciuto che i giovani hanno “ereditato un mondo lacerato da guerre e sfigurato dalle ingiustizie sociali”, ma ha sottolineato come proprio loro rappresentino la speranza per invertire il corso della storia. Nel suo messaggio ai ragazzi, Leone XIV ha usato la metafora del cedro libanese per descrivere la società del Paese: “Il tanto bene che oggi vediamo è il risultato del lavoro umile, nascosto e onesto di tanti operatori di bene, di tante radici buone che non vogliono far crescere solo un ramo del cedro libanese, ma tutto l’albero”. Ha quindi esortato i giovani a essere “la linfa di speranza che il Paese attende”, progettando insieme “un futuro di pace e di sviluppo” attraverso un generoso impegno per la giustizia.

Due Stati unica via per la pace, ma Israele ancora resiste

Sul conflitto israelo-palestinese, il Pontefice ha ribadito con fermezza la posizione della Santa Sede: “La soluzione a due Stati è l’unica percorribile per arrivare alla pace”, una proposta che “già da diversi anni” il Vaticano “pubblicamente appoggia” ma che non riesce a decollare. “Sappiamo tutti che in questo momento ancora Israele non accetta, ma vediamo che è l’unica per risolvere il conflitto che continuamente vivono”, ha dichiarato il Papa, precisando che la Santa Sede cerca di essere “una voce mediatrice che possa aiutare ad avvicinarsi a una soluzione di giustizia per tutti”.

Leone XIV ha confermato che il conflitto in Medio Oriente, insieme a quello in Ucraina, è stato al centro dei colloqui avuti con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella prima tappa del viaggio apostolico. Il Papa ha attribuito al leader turco un “ruolo chiave” sia per la situazione a Gaza, dove Erdogan “è certamente d’accordo” con la proposta dei due Stati, sia per favorire il dialogo tra Mosca e Kiev. “Ha aiutato molto già qualche mese fa”, ha ricordato Leone XIV, esprimendo la speranza che Erdogan, “per i suoi rapporti con il presidente di Russia, Ucraina, Stati Uniti, possa aiutare a promuovere il dialogo, il cessate il fuoco”.

Atterraggio scortato da caccia e folla in strada nonostante la pioggia

L’aereo papale che da Istanbul ha portato Leone a Beirut è stato scortato nella fase di atterraggio da due caccia, segnale della situazione di conflittualità in cui si trova il Libano, caratterizzata dalla guerra a bassa intensità con Israele e da tensioni interne. Nonostante la forte presenza di militari all’aeroporto e per le strade, e malgrado la pioggia battente, migliaia di persone si sono riversate lungo le vie per salutare il Pontefice, che ha risposto all’accoglienza raggiungendo il Palazzo presidenziale a bordo della papamobile.

Nel suo discorso alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico, Leone XIV ha definito il Libano una terra in cui “pace è molto più di una parola: qui la pace è un desiderio e una vocazione, è un dono e un cantiere sempre aperto”. Rivolgendosi a chi ha “compiti istituzionali importanti”, il Papa ha citato il Vangelo: “Beati gli operatori di pace”, sottolineando che a loro “è destinata una speciale beatitudine se a tutto potrete dire di avere anteposto l’obiettivo della pace”.

Appello contro l’emorragia di giovani e il ruolo delle donne

Il Pontefice ha riconosciuto che il popolo libanese ha “molto sofferto le conseguenze di un’economia che uccide, dell’instabilità globale che anche nel Levante ha ripercussioni devastanti, della radicalizzazione delle identità e dei conflitti”. In un mondo dove “sembrano avere vinto una sorta di pessimismo e sentimento di impotenza”, il Libano ha sempre “voluto e saputo ricominciare”, dimostrando una “resilienza” che rappresenta “caratteristica imprescindibile degli autentici operatori di pace”.

Leone XIV ha quindi esortato a intraprendere una “cultura della riconciliazione” e ad “osare” restare o ritornare nel proprio Paese, che a causa di incertezza, violenza e povertà produce “un’emorragia di giovani e di famiglie che cercano futuro altrove”. Il Papa ha inoltre ribadito “il ruolo imprescindibile delle donne nel faticoso e paziente impegno per custodire e costruire la pace”. Nel Libro d’Onore ha scritto in maiuscolo il suo augurio: “PACE”.

Il presidente della Repubblica Joseph Aoun ha lanciato un appello diretto: “La imploriamo di dire al mondo che non moriremo, né andremo via, né dispereremo, né ci arrenderemo. Resteremo qui, respireremo libertà”. Aoun ha avvertito che la caduta del Libano “provocata dalla perdita di una qualsiasi delle sue componenti fondamentali, favorirebbe l’ascesa dell’estremismo, della violenza e dello spargimento di sangue sia nella nostra regione che nel mondo”.

Ultima giornata tra ospedale, porto e congedo

La giornata conclusiva del viaggio, domani, vedrà il Papa visitare alle 7.30 gli operatori e assistiti dell’Ospedale “De la Croix” a Jal ed Dib. Seguirà una preghiera silenziosa al luogo dell’esplosione del Porto di Beirut e l’incontro con parenti delle vittime e sopravvissuti. Quindi la messa presso il “Beirut Waterfront”, al termine della quale Leone XIV si congederà dal Libano per tornare a Roma.

La penultima giornata si è conclusa con un incontro privato con i Capi delle comunità religiose musulmane e druse libanesi nella sede della Nunziatura apostolica di Beirut, dove il Papa risiede. Nel secondo giorno della visita, Leone XIV ha anche piantato un albero in Piazza dei Martiri di Beirut, al termine di un incontro con diversi leader religiosi in rappresentanza delle diverse confessioni libanesi.