“L’opposizione ha bisogno di mentire”: Meloni sfida Schlein e Conte alla Camera
Giorgia Meloni
“Chiedetevi perché l’opposizione ha bisogno di mentire”. La frase cade come un macigno nell’aula di Montecitorio, pronunciata dalla premier Giorgia Meloni a fine replica, rivolta direttamente agli italiani. È questo il tono con cui il presidente del Consiglio affronta le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, definito dal ministro Tommaso Foti “uno dei più difficili degli ultimi anni”. Al centro, il nodo politico e giuridico degli asset russi congelati. Il clima in aula è rovente. Il confronto va ben oltre i temi formali del summit di Bruxelles.
Si tratta, di fatto, della coda dei botta e risposta seguiti al discorso con cui Meloni ha chiuso Atreju, particolarmente irridente verso le opposizioni e soprattutto verso Elly Schlein. Anche stavolta il duello con la segretaria dem avviene a distanza, dettato dalla liturgia parlamentare. Meloni replica prima che Schlein e Giuseppe Conte prendano la parola per le dichiarazioni di voto. La segretaria dem, grande assente alla manifestazione di Fratelli d’Italia, aveva accusato la premier di ignorare il “frigorifero vuoto” degli italiani. La risposta è secca: “Irresponsabile raccontare l’Italia come un paese con masse di persone denutrite o sottonutrite per mancanza di derrate alimentari”.
Il cibo e gli asset russi, duello su più fronti
Stesso aggettivo, “irresponsabile”, che Conte usa contro Meloni. “Dopo le firme irresponsabili sul riarmo, messe senza passare da un voto degli italiani, stia attenta alle firme che mette sugli asset russi. È pericolosissimo”, attacca l’ex premier. Sul tema del cibo si inserisce anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva: “Mentre lei si entusiasma perché la cucina italiana è patrimonio Unesco, ha notato che il costo degli alimentari è aumentato? Il kebab sta a Giorgia Meloni come le brioche stavano a Maria Antonietta”.
Ma è sul nodo Ucraina e sull’uso dei beni russi congelati che i toni si fanno incandescenti. Schlein ha gioco facile nel ricordare il sostegno della portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov alle parole di Matteo Salvini, in particolare sul riferimento a Napoleone e Hitler incapaci di battere la Russia. “Salvini è ancora il vicepresidente o ambisce a fare il portavoce di Mosca?”, chiede provocatoriamente la segretaria dem.
Le divisioni nella maggioranza e l’accusa di ipocrisia
Le opposizioni incalzano Meloni sulle differenze di vedute interne alla maggioranza su un tema strategico come il sostegno a Kiev. Conte ironizza sulla scelta di parlare di “sostegno multidimensionale” all’Ucraina nella risoluzione di maggioranza, evitando di citare esplicitamente le armi. “Ipocriti”, accusa il leader M5s. La premier ammette l’esistenza di un “dibattito” interno, ma minimizza. E soprattutto fa leva sul fatto che il centrodestra sia riuscito, per l’ennesima volta, a presentare un testo unico, a differenza del campo avverso.
“Per votarla insieme non ci avete scritto niente. È facile così”, chiosa Schlein. Meloni, con sarcasmo, insiste invece sul fatto che le opposizioni abbiano presentato sei risoluzioni differenti. “Del resto non vi riuscite a chiarire neanche se siate alleati oppure no. Mi rendo conto che sulla politica estera la cosa sia ancora più complessa”, conclude la premier. Un affondo finale che sintetizza la strategia: ribaltare sul campo progressista l’accusa di divisioni, trasformando la difensiva in offensiva. Domani a Bruxelles la partita entrerà nel vivo.
