Economia

Abuso posizione dominante, confermata multa milionaria a Google

Confermata la sanzione da oltre 100 milioni di euro alle società Google LLC, Google Italia e Alphabet Inc. per abuso di posizione dominante. La sentenza è stata decisa dai giudici della I sezione del Tar del Lazio. Oggetto della controversia è una multa irrogata dall’Antitrust riguardo la pubblicazione dell’app JuicePass sviluppata da Enel X sulla piattaforma Android Auto. In pratica – secondo le contestazioni – rifiutando a Enel X Italia di rendere disponibile JuicePass su Android Auto si sarebbe limitata la possibilità per gli utenti di utilizzare la app di Enel X Italia quando sono alla guida di un veicolo elettrico e hanno bisogno di effettuare la ricarica. In tal modo Google, avrebbe favorito la propria app Google Maps. Riguardo al valore elevato della multa i giudici scrivono: “Tenuto conto che il bilancio consolidato di Google non contiene una ripartizione del fatturato per singoli Paesi, a eccezione degli Stati Uniti, bensì fa riferimento a macroregioni, tra cui quella relativa a Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) alla quale è riferibile il 30 per cento dei ricavi, l`Autorità ha stimato l’incidenza del fatturato generato in Italia sui ricavi globali di Google e, quindi, l’incidenza sullo stesso di Android, Google Play e Google Maps”.

E poi “ai fini del calcolo dell’importo base della sanzione, l’Autorità ha applicato al fatturato rilevante una percentuale basata sulla gravità dell’infrazione e poi moltiplicata per la durata della stessa; è stato poi aggiunto all’importo base un ammontare supplementare, compreso tra il 15 per cento e il 25 per cento del fatturato rilevante, al fine di conferire al potere sanzionatorio dell’Autorità il necessario carattere di effettiva deterrenza. Poi – si continua “l’Autorità ha incrementato la sanzione del 50 per cento, come previsto per il caso in cui l’impresa responsabile dell’infrazione abbia realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente alla notificazione della diffida un fatturato totale a livello mondiale particolarmente elevato rispetto al valore delle vendite dei beni o servizi oggetto dell’infrazione oppure appartenga a un gruppo di significative dimensioni economiche”.

E “risulta anche corretta la valutazione dell’Agcm secondo cui, nel caso di specie, non ricorrono le circostanze di ‘complessità del contesto giuridico e fattuale’ di riferimento e di ‘novità della fattispecie’ invocate da Google a supporto della sua richiesta di applicazione di una sanzione simbolica o minima, in quanto gli aspetti di complessità del caso in esame concernono questioni di tecnologia e interoperabilità rientranti nella sfera di controllo della ricorrente. La sanzione è quindi stata determinata in misura inferiore al 10 per cento del fatturato di cui all’ultimo bilancio approvato (precisamente nella misura dello 0,064 per cento dello stesso), conformemente alla normativa prevista dall’art. 15, comma 1, l. n. 287/90″.

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