Appalto Inps da 118 milioni, arresti domiciliari per Boggio. Contestate false fatturazioni

Appalto Inps da 118 milioni, arresti domiciliari per Boggio. Contestate false fatturazioni
21 novembre 2016

Arresti domiciliari per l’imprenditore Roberto Boggio, dirigente della Transcom Italia, titolare di un mega appalto per la gestione del call center dell’Inps, dell’ammontare di 118 milioni di euro. Il provvedimento esecutivo, sollecitato dal pm Stefano Rocco Fava, e’ stato emesso dal gip Giuseppina Guglielmi. A Boggio e’ contestato il reato di false fatturazioni. Secondo i militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, che hanno eseguito la misura, Boggio avrebbe ottenuto l’appalto presso l’Inps in accordo con il gruppo capeggiato dall’uomo d’affari Raffaele Pizza che, per l’accusa, assieme a sodali influenzava e condizionava le scelte politiche di nomina dei manager e dei dirigenti pubblici, ottenendo l’aggiudicazione di appalti ad imprese a lui vicine. Secondo l’ipotesi investigativa, due societa’ riconducibili a Raffaele Pizza e Boggio avrebbero indotto in errore l’Inps conseguendo indebitamente pubbliche risorse a carico del bilancio dell’ente pubblico (quantificate in in 437mila euro) quali attivita’ fittiziamente imputate tra i costi di gestione del contratto di appalto per i servizi di contact center telefonico.

Le due societa’ tra il 2014 e il 2015, in particolare, avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti, finalizzate alla sovrafatturazione dei costi del servizio appaltato alla Transcom Wordwide spa. Con piu’ operazioni di bonifico poi la Transcom avrebbe trasferito in favore delle due societa’ l’importo complessivo di 823mila euro a saldo delle false fatture. Il sospetto della Procura e’ che le procedure di gara e la successiva gestione dell’appalto siano stati orientati da una scelta non neutrale e imparziale della Pubblica amministrazione. Cio’ sarebbe provato dai legami accertati tra Boggio e Pizza, come emerge da alcune intercettazioni. In una conversazione del 20 gennaio 2015, come riportata nell’ordinanza del gip, Pizza tranquillizzava Boggio circa il positivo esito anche della proroga, facendogli intendere di poter influire favorevolmente in ordine alla decisione grazie alle sue altolocate conoscenze nell’ambiente, citando espressamente Massimo Sarmi (allora ad di Poste Italiane) come persona in grado di ‘arrivare’ a Tito Boeri, attuale direttore dell’Inps. In un’altra conversazione, del marzo dello scorso anno, Pizza fa capire a Boggio “di essere in grado di intervenire sulla materiale operativita’ del call center”. Ad ulteriore conferma dello stretto legame ‘affaristico’ tra Pizza e i referenti societari di Transcom Wordwide spa, in particolare con l’ad Roberto Boggio, “deve evidenziarsi che la polizia giudiziaria ha dato atto che gli attuali collaboratori di Pizza, materialmente e fisicamente operativi all’interno degli uffici romani di via in Lucina, e identificati in Simone Carbe’ e Marzia Capaccio, risultano, sul piano amministrativo, percepire redditi da lavoro dipendente dalle societa’ Transcom Wordwide e Visiant Contact Center, coincidenti con gli aggiudicatari del bando di gara Inps”.

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