Bolzano la provincia con stipendi più alti

Bolzano la provincia con stipendi più alti
29 aprile 2017

E’ Bolzano la provincia italiana dove si guadagna in media di più con 1.476 euro mensili. Quella dove si guadagna meno è invece Ascoli Piceno con 551 euro: la busta paga del lavoratore marchigiano è inferiore di un terzo rispetto a quella del collega di Bolzano. E’ quanto emerge dal rapporto “Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane” realizzato dall`Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro. Dopo Bolzano, le province con gli stipendi mensili più elevati sono Varese (1.471 euro), Monza e Brianza (1.456 euro), Como (1.449 euro), Verbano Cusio Ossola (1.434 euro), Bologna (1.424 euro) e Lodi (1.423 euro). La prima provincia del Mezzogiorno con la retribuzione media più elevata è L`Aquila (1.282 €), che si colloca al 55esimo posto della classifica. A Bolzano va anche il primato con la quota più elevata di occupati (72,7%), mentre quella con il tasso di occupazione più basso è Reggio Calabria dove lavorano solo 37,1 persone su 100. Dal 2° al 19° posto troviamo le province nelle quali sono occupati più di due terzi della popolazione in età lavorativa: Bologna (71,8%), Belluno e Modena (68,8%), Parma (68,7), Milano (68,4%), Lecco e Forlì- Cesena (68,3%), Reggio nell`Emilia (68,2%), Siena (67,9%), Cuneo e Pordenone (67,7%), Firenze e Pisa (67,5%), Arezzo (67,4%), Lodi (67%) ed altre tre province. Sempre secondo il rapporto, il numero di giovani 15-29enni nello stato di Neet (non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione) nel 2016 è pari a 2,2 milioni unità (1,1 milioni donne e 1 milione di uomini) e diminuisce rispetto al 2015 di 135 mila unità (-5,7%), come risultante della flessione sia delle donne che si trovano in questa condizione (-49 mila unità, pari a -4%) sia degli uomini (-86 mila unità, pari a -7,6%). La flessione maggiore si registra nelle regioni del Nord (-8,4%), rispetto a quelle del Centro (-5,9%) e del Mezzogiorno (-4,2%). Per tanto, il tasso di Neet nel 2016 (24,2%) diminuisce di quasi un punto percentuale rispetto al 2015 (25,5%).

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